È una delle più importanti feste religiose della Campania, nota per i suoi canti e balli e per alcune specialità culinaria, come la famosa “palatella”, ma è soprattutto un incontro con la propria anima
È una delle sette grandi ricorrenze in nome della Madonna dell’Assunta in Campania, il ferragosto cristiano. Quella di Materdomini a Nocera Superiore è una ricorrenze che si perde nella notte dei tempi e che ha affascinato scrittori ed esperti musicali. Nella notte tra il 14 ed il 15 agosto i fedeli arrivano al santuario che è sul confine tra Nocera Superiore e Roccapiemonte arrivano da tutta la Campania.
Tradizione vuole che centinaia di fedeli raggiungano a piedi il santuario con i tradizionali carretti che ricostruiscono, ognuno secondo un particolare stile, il santuario nocerino e l’effigie della Materdomini, la stessa che, come tramanda la tradizione, fu ritrovata nel 1041 sotto terra all’ombra di una quercia da una contadina, conosciuta col nome di Caramari, cara a Maria.
Da allora, sul luogo del prodigioso ritrovamento, il culto della Madonna bruna crebbe al punto da portare alla realizzazione di un primo edificio di culto dedicato da papa Niccolò II il primo maggio del 1061 alla Mater Domini, Madre del Signore, di qui il nome al Santuario e all’intero abitato, oggi frazione di Nocera Superiore.
La festa religiosa inizia ben 9 giorni prima, dal 6 agosto, alle prime luci dell’alba, centinaia di devoti raggiungono il santuario sin dalle 4.30 del mattino, con canti e preghiere ci si prepara ad una delle feste cristiane più sentite, Il 15 agosto è il giorno dell’Assunzione di Maria Vergine, dogma di fede della Chiesa Cattolica, della Chiesa Ortodossa e di parte della Chiesa Anglicana.
In questa giornata, secondo la tradizione, Maria, madre di Gesù, salì al cielo anima e corpo dopo la sua vita terrena. Ma la festa di Materdomini è anche festa di folklore, con i balli e i canti mariani accompagnati dal suono di nacchere e tammorre.
Inoltre l’appuntamento religioso è famoso anche per una particolare pietanza che da sempre si accompagna alla festa della Materdomini. Si tratta della palatella, un piccolo filone di pane con alle estremità due rotondità farcita con ‘mpupata e alici salate.
Un misto di melanzane sott’olio o sott’aceto che, con l’aggiunta delle alici di Cetara, rappresenta il piatto principe della tradizione per i nocerini ed i vicini abitanti di Roccapiemonte. Anche quest’anno uno dei principali appuntamenti è stato quello di stamane per la celebrazione del pontificale presieduto come da tradizione dal Vescovo Giuseppe Giudice.
L’OCCASIONE DELL’ANIMA
Potrà sembrare strano, con quei balli, i frastuoni della festa, la folla, ma la festa di Materdomini è soprattutto un incontro con se stessi, con la propria anima. Un’occasione per analizzare la propria vita ed avere la possibilità di confronto con un frate francescano. La confessione, la visita al santuario, la comunione e le preghiere secondo le intenzioni del papa aprono le porte all’indulgenza plenaria, un modo, se si è sinceri cons e stessi, per poter ripartire nella propria vita.