Il corpo di Ciro Palmieri chiuso in un sacco nero per un giorno in casa

La ricostruzione dell’omicidio in tutte le sue fasi e le parti sbalorditive sono molte

Prima lo hanno ucciso con tre coltellate nel pomeriggio del 29 luglio, poi gli hanno tagliato una gamba, hanno messo il corpo di Ciro Palmieri in un sacco di plastica nero e il giorno dopo lo hanno buttato in un dirupo vicino casa a Giffoni Valle Piana. Questo quanto emerge nelle ultime ore dalle indagini dei carabinieri sull’omicidio del panettiere ucciso dalla moglie e da due dei quattro figli. Una lite alla base dell’assassinio, non il primo, tanto che nel 2015, la 44enne moglie Monica Milite (anche lei originaria di Salerno) aveva anche denunciato il marito ai carabinieri per poi ritirare le accuse.

LA RICOSTRUZIONE
Nel pomeriggio del 29 luglio l’ennesima lite in famiglia, nell’abitazione di via Marano, nella frazione di Curticelle a Giffoni Valle Piana. A litigare sono Ciro Palmieri, la moglie Monica Milite il figlio 19enne Massimiliano e l’altro 15enne, mentre atterrito assiste alla scena un altro figlio, 11 anni.
Monica Milite avrebbe colpito il marito con un bastone, poi sono arrivate le coltellate anche da parte dei due figli fermati. Dopo un periodo di silenzio, al panettiere è stata incredibilmente amputata una gamba e il corpo è stato infilato in una busta nera e lasciato in casa per oltre un giorno.

LA SERA DEL 30 LUGLIO
Monica Milite in lacrime va nella caserma dei carabinieri di Giffoni Valle Piana e denuncia la scomparsa del marito, ma il suo racconto era stato molto lacunoso tale da insospettire i militari. Uno dei carabinieri aveva notato che la moglie di Palmieri aveva una fasciatura alla mano ed una al braccio, che lei ha giustificato dicendo che se le era procurate con un apriscatole. Poco dopo, a un altro carabiniere, sempre Milite avrebbe detto che le ferite se le era procurate cadendo.

LA NOTTE DEL 30 LUGLIO
La notte del 30 luglio dopo aver denunciato la scomparsa di Ciro Palmieri ai carabinieri o dopo oltre 24 ore dalla morte, il cadavere sarebbe stato caricato in auto dai familiari e gettato in un gruppo lungo la strada provinciale n.25 che da Giffoni Valle Piana arriva fino a Salerno. Nelle stesse ore i tre coltelli sono stati sepolti in giardino, dovrebbe aver scavato una buca sotto gli alberi di nocciole, a pochi passi da via Giovanni Marano dove abitava la famiglia Palmieri.

LA CONVALIDA DEI FERMI
Domani sono previste le udienze di convalida dei tre fermi di indiziato di delitto, quello di Monica Milite e del panettiere ucciso il ventenne figlio Massimiliano e dell’altro di 15 anni, i primi due ristretti nel carcere di Fuorni, mentre il quindicenne è in un centro di accoglienza.

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