Il consigliere di Nocera al Centro critico sull’esecutivo De Maio. In particolare sul ruolo delle donne
“Ieri si è svolto a Nocera Inferiore il primo consiglio comunale e, tra i primi adempimenti procedurali, – scrive il docente universitario – c’era quello dell’elezione del Presidente del Consiglio. Non posso celare una certa amarezza nell’avere assistito a un ulteriore atto di spartizione di poltrone di comando della nuova amministrazione, che ha deciso di eleggere ancora un altro uomo soltanto per bilanciare la mancata nomina di un assessore da parte di una delle liste elettorali che hanno sostenuto il nuovo Sindaco.
Nelle prima due votazioni era prevista l’elezione a maggioranza dei 2/3 e alla coalizione che sostiene il Sindaco mancava 1 voto. Nel mio intervento di apertura avevo offerto io quel voto mancante, per eleggere subito il Presidente, senza liturgie da vecchia politica. Ma a una condizione: che il nome proposto dalla maggioranza fosse quello di una donna. Perché la questione di genere in politica è una cosa seria ed è un valore da preservare anche quando la legge non lo impone.
I valori orientano l’interpretazione delle leggi e, avendo un uomo come Sindaco (eletto direttamente dal popolo) e un uomo come Vicesindaco (nominato in virtù di accordi pre-elettorali che ne contemplavano l’attribuzione al PSI), sarebbe stato massimamente opportuno che il Presidente del Consiglio fosse una donna”.
Giovanni D’Alessandro chiarisce il perché della sua osservazione: “Mi sono battuto, per quanto ho potuto, nonostante qualche Consigliere abbia pure sostenuto che la questione di genere è “sbagliata”. Che le donne devono “guadagnarsi” il comando. E che gli uomini non devono “concedere” nulla. Neppure per “gentilezza”.
Io ritengo, invece, che il rispetto della parità di genere sia una questione culturale imprescindibile per l’evoluzione della nostra società e mi sono astenuto dal votare un Presidente del Consiglio uomo soltanto perché negli “accordi di rappresentanza” della maggioranza c’era da “riparare” per una mancata nomina in Giunta. Io non credo che questo sia un buon modo di amministrare. E credo che sia un deciso passo indietro rispetto all’Amministrazione precedente, che pure ho tanto criticato e critico sul piano dei contenuti, ma che almeno aveva una donna come Vicesindaco, probabilmente avvertendo la “decenza” dell’indicazione femminile per una figura che, in caso di assenza o impedimento del Sindaco, svolge le funzioni di sindaco.
In sintesi, Nocera ha un’Amministrazione senza donne al comando. E non certo perché le donne non hanno saputo ottenere quel ruolo, ma solo perché gli accordi tra le liste hanno miseramente escluso ogni considerazione delle donne elette in Consiglio comunale. Ma allora una domanda: perché le avete candidate? Forse solo perché dovevano fare da “supporto” agli uomini che dovevano ottenere più preferenze in virtù della doppia preferenza di genere?
Ecco, l’Amministrazione nocerina ieri ha dimostrato di considerare le donne soltanto un “supporto” elettorale degli uomini che decidono tutto. Io in questo contesto non mi riconosco. Non ho votato per un Presidente del Consiglio uomo e continuerò a non votare tutte le volte che la maggioranza vorrà imporre la subalternità delle donne in politica. Ciò detto, formulo i miei sinceri auguri di buon lavoro al Consigliere Antonio Alfano, nuovo Presidente del Consiglio, perché lo ritengo una persona degnissima. Ma il mio problema non era riferito a lui e neppure aveva una genesi “oppositiva”. Si è trattato di un problema culturale e mi dispiace che questo non si sia voluto cogliere”.