Ad 8 anni esatti dal coma, la vita di Nicola Strianese sembra un romanzo. Eppure è tutto vero
Ha realizzato il suo sogno e nel 2019 ha aperto un salone di parrucchiere di successo a Nocera Inferiore, “Le Dive 2.0” in via G.Nobile. Eppure, nel 2014, il destino sembrava avergli riservato tutt’altro.
Nel 2014 alle ore 17, nei pressi dell’Hotel La Pergola (Cetara), un impatto violentissimo tra la moto guidata dal giovane paganese (all’epoca 24enne), con a bordo l’allora fidanzata (18 anni, di Pagani), ed il ciclomotore di grossa cilindrata di un ragazzo di Poggiomarino che proveniva in direzione opposta (da Amalfi): quando gli operatori del 118 sono giunti sul posto, lei aveva una gamba infilzata nella rete di un campo agricolo che è stata recisa con una cesoia per liberarla, lui rivolto con il viso sull’asfalto privo di sensi. Trasferiti tutti e tre d’urgenza all’ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”, Nicola è entrato in coma.
Risvegliandosi solo dopo 25 giorni. Riabilitazione, operazioni alla mano sinistra, al volto, alla coscia (che i soccorritori avevano trovato praticamente aperta in due), due anni di terapia: Nicola recupera quasi al 100%, tra l’incredulità del personale medico.
“Sono un miracolato. – commenta il giovane oggi – Non ricordo molto dell’incidente, mi sono svegliato ed all’inizio non ho riconosciuto nessuno. Ma ricordo il coma. Ero cosciente nella mia mente: ricordo che credevo di essere in un ospedale di Torino, dove viveva mia sorella, e che giravo il nosocomio con i miei genitori. La sera, poi, loro andavano via ed io mi ritrovavo su un treno fermo: c’era stata una frana e vedevo degli angeli fuori dai finestrini che spalavano il terreno. Sono certo che il treno fermo era in realtà il momento in cui la mia temperatura raggiungeva i 40-41°di febbre e gli angeli erano i dottori che mi stavano curando”.
Nel 2017, in un bar, Nicola incontra una ragazza e, tra una chiacchiera e l’altra, scopre che era anche lei a Cetara il giorno dell’incidente, in una delle auto ferme a causa del traffico bloccato. Aveva assistito allo scontro ed è stata in grado di raccontargli com’era andata. La vita di Nicola, diplomato geometra, amante dei kart e delle due ruote, figlio d’arte (il padre è il famoso parrucchiere Mario Strianese, che ha un salone a Pagani) sembra davvero magica. E profondamente legata al numero 13.
“Sembra assurdo, – conclude Nicola – eppure il 13 luglio ho avuto l’incidente, il 13 luglio di qualche anno prima mi sono diplomato, mio nipote è nato il 13 luglio, ho comprato casa con la mia ragazza ed ho scoperto che l’interno abitativo risulta come n.13. In più, prima dell’incidente avevo comprato un’auto: quando sono stato in coma, mio padre ha revocato l’ordine di acquisto ma dopo 2 anni, lavorando sodo, sono riuscito a riaverla e i primi numeri del telaio sono 13-25 (i giorni del coma) -90 (data nascita).”
La vita può essere guidata dal caos o dal destino, ma è la sua imprevedibilità che la rende un sogno avventuroso.
Enrica Granato