Il Pd difende il candidato sindaco De Maio definendo l’attacco di ieri propaganda elettorale. Stile, presidente della commissione Sanità, invita a rivedere le carte sul declassamento della struttura sanitaria nocerina. Intanto l’ospedale di Pozzuoli elevato Dea di II livello lo scorso anno fa scuola
La denuncia del candidato sindaco Giovanni D’Alessandro ha acceso la campagna elettorale. “Giungono voci – ha scritto ieri il docente universitario in una nota stampa – di una recente riunione alla quale erano presenti un solo candidato a sindaco della Città di Nocera Inferiore, il direttore sanitario del DEA di primo Livello Nocera-Pagani-Scafati, Maurizio D’Ambrosio, e alcuni primari ospedalieri.
Se questo è accaduto realmente, il direttore D’Ambrosio deve rassegnare immediatamente le sue dimissioni”. Il candidato sindaco di Nocera al Centro ha evidenziato, inoltre, di essere pronto all’esposto in Procura.
Non è tardata ad arrivare la replica del candidato sindaco Paolo De Maio che, attraverso un comunicato stampa, ha parlato di “macchina del fango“. A confermare però la tesi di D’Alessandro, il collega candidato a sindaco Antonio Romano. In effetti, il finale di questa campagna elettorale sta diventando rovente e potrebbe esserlo ulteriormente la prossima settimana a pochi giorni dalla sua chiusura.
Oggi, a difendere Paolo De Maio, il Partito democratico: “Ci siamo! In una campagna elettorale vanno bene le critiche, le ironie; vanno bene i confronti, i dibattiti, le polemiche ma ciò che non deve mancare, anzi ne dovrebbe essere il senso compiuto, è il rispetto.
Alcuni candidati sindaco, invece di avanzare proposte ed avviare un legittimo e leale contraddittorio politico, quasi come un mantra tantrico, a nutrimento delle proprie anime, si attardano ad infangare, con attacchi pretestuosi il candidato sindaco De Maio e il Partito Democratico nocerino.
Questa non è campagna elettorale! Chi non ha proposte, la butta in caciara; spesso attacca, insulta, mescola tutto e il contrario di tutto, al fine di giustificare e in alcuni casi mistificare la realtà delle cose, nella speranza, del resto molto vana, che tale modo di agire possa essere compreso dai cittadini.
Il nascondersi dietro slogan di opportunità e convenienza elettorale, l’eclatante denuncia a mezzo stampa, condita con la giusta dose di veleno, non fa altro che nascondere percorsi politici nebulosi, ingarbugliati, del “contro” a tutti i costi; percorsi comunque dalla difficile comprensione politica e amministrativa.
No, non è così; noi questo non l’abbiamo fatto! Noi questo non lo faremo! Si accusa il candidato sindaco De Maio e il suo partito di sottomissione e servilismo, nei confronti di poteri forti “salernitani”; che attraverso “giannizzeri” locali vuole svendere la città, farla a pezzi; a vantaggio poi di chi? … .
Questo nessuno lo spiega; Si accusa il nostro Capogruppo, nonché candidato sindaco, un Consigliere regionale del PD e, addirittura, il Direttore Sanitario del nostro ospedale, di aver tenuto un incontro “carbonaro” in un bar del centro di Nocera, tramando, a danno dei nocerini e dei cittadini dell’agro, con strategie di “sistema” deluchiane, da far impallidire logge massoniche deviate. Ma siamo seri o vogliamo scherzare?!?.
In una comunità politica che si rispetta, quanto fatto dal già capogruppo del nostro partito si definirebbe come normale prassi del ruolo politico ed amministrativo che è chiamato a svolgere, altro che dietrologie e fantasmi da palcoscenico. In politica va bene quasi tutto, ma infangare le persone non va bene.
Tra l’altro accuse rivolte da chi, candidato sindaco, o suo compagno di viaggio vecchio e nuovo, non ha lesinato negli ultimi anni costanti e frequenti contatti con il Partito Democratico Provinciale, dando anche il suo sostegno elettorale a favore di chi comunque farebbe parte dei poteri forti regionali (elezioni regionali 2020) ed oggi si accompagna a Fabbricatore, Gambino e Cirielli, noti esponenti della destra populista e sovranista.
Tornando alle cose serie, i temi legati al nostro presidio ospedaliero sono gravi e non vanno affrontati con il populismo e la demagogia, caratterizzanti una cifra politica incapace di argomentazioni costruttive. E poi da chi, riconosciuto professore universitario, scopre negli ultimi mesi che a Nocera si rinnova il sindaco e il consiglio comunale e decide di offrire le sue competenze e quelle “romane” per “salvare” la città e lo fa, accompagnandosi a chi, amministratore in carica, smentendo la propria esperienza amministrativa che sta volgendo al termine, continua a ricoprire il proprio incarico profondendo impegno e sacrificio a favore di un candidato che, confondendo il ruolo istituzionale e quello elettorale, impegna il suo sapere per denunciare fantomatiche ingerenze e pressioni nel mondo della sanità.
Magari lo stesso impegno ci fosse stato negli ultimi cinque anni. Va da se che il candidato sindaco e il PD nocerino, più di altri sono consapevoli delle difficoltà dell’Umberto I, ma non per questo ci si limita a semplici e quanto mai inopportune isterie persecutorie. Al contrario con realismo e competenza, si cerca di affrontarle e risolverle; pertanto, quando parliamo di sanità pubblica in Campania, crediamo che nessuno può ergersi a paladino di battaglie politiche che i suoi amici di cordata, negli anni addietro, hanno deciso di perdere (Commissariamento Sanità e conseguente Declassamento dell’Umberto I)… per giusta memoria.
Cerchiamo di essere seri! Ci conosciamo tutti. Ognuno di noi conosce il proprio percorso politico e anche quello di chi oggi, competitor o sostenitore in questa campagna elettorale, cerca di avvelenarla. Spesso ci chiediamo se tutto questo, per rispetto alle nostre intelligenze, alla nostra onestà intellettuale, ai nostri percorsi politici leali e corretti, con tutto e tutti, meriti una risposta.
La risposta è sì. Abbiamo il dovere di intervenire e spiegare, ma non per legittimare o riconoscere politicamente chi sparge rabbia e veleno; ma solo per il rispetto che merita la città; che meritano i nocerini. La nostra risposta sono i “CINQUE PASSI PER NOCERA” …gli altri? Noi non sogniamo una città ideale, noi non vogliamo una città per i nostri “amici”; noi vogliamo una città possibile; il resto …sono chiacchiere e quelle riscuotono poco credito e men che meno consenso”.
Entra nella diatriba il presidente della commissione Sanità del Comune di Nocera Inferiore, il dottor Vincenzo Stile, candidato al consiglio comunale: “Come e quando si è perso il Dea di 2 livello. Nocera è Dea di 1 livello dalla pubblicazione dell’Atto Aziendale dell’Asl del 2016, perché la classificazione in Dea è stata introdotta del DM 70 del 2015.
Prima del 2015 era in vigore la classificazione degli ospedali in DIE, cioè dipartimenti integrati di emergenza, ed erano di 3 livelli. Il livello più elevato era il terzo, e come si evince dal decreto regionale n.49 del 27.09.2010 Nocera era Die di terzo livello il più alto in grado, nel 2010. Zuccatelli si dimise a settembre 2010 dopo Romano che si dimise ad agosto 2010, e dopo aver promulgato un atto di riordino ospedaliero aziendale corrispondente alla normativa in vigore nel 2010, e l’Umberto primo era DIE di terzo livello.
Quindi non è vero che l’ospedale è stato declassato da Zuccatelli. Infatti in base alla normativa introdotta della legge 70 del 2015 poi, nell’atto aziendale del 2016 l’Umberto 1 è stato ritenuto dal DG Giordano, nel pieno silenzio di tutti, DEA di primo livello. Romano si dimise nell’agosto 2010 con l’Umberto 1 DIE di terzo livello, massimo grado di Ospedale e non c’entra con il declassamento dell’ospedale come nemmeno Zuccatelli che all’epoca era al massimo livello: DIE di 3 livello”. Inoltre, Stile propone insieme agli uomini del Man, la realizzazione di una azienda ospedaliera che comprenda Nocera, Scafati, Sarno e Pagani. Questo consentirebbe il Dea di II livello e di tenere alti gli standard operativi delle quattro strutture dell’Agro.
Ma cosa dice il decreto del Ministro della Salute del 2 aprile 2015 n.70? Dal portale istituzionale del relativo dicastero si legge: “Il Decreto del Ministro della salute del 2 aprile 2015 n.70, relativo alla definizione degli standard dell’assistenza ospedaliera, individua le diverse tipologie di strutture deputate a rispondere alle necessità d’intervento urgente e le articola su quattro livelli di operatività:
Ospedale sede di Pronto Soccorso: è la struttura organizzativa ospedaliera deputata ad effettuare in emergenza-urgenza stabilizzazione clinica, procedure diagnostiche, trattamenti terapeutici, ricovero oppure trasferimento urgente al Dipartimento di Emergenza e Accettazione – DEA di livello superiore di cura, in continuità di assistenza, secondo specifici protocolli organizzativo-assistenziali mirati alla gestione delle diverse patologie.
La funzione di pronto soccorso è prevista per un bacino di utenza di 80.000 – 150.000 abitanti, un tempo di percorrenza maggiore di un’ora dal centro dell’abitato al DEA di riferimento e un numero di accessi annuo appropriati superiore a 20.000 unità. Ospedale sede di D.E.A. di I Livello: la struttura ospedaliera sede di DEA di I livello svolge funzioni di spoke nella rete dell’emergenza-urgenza; esegue tutti gli interventi previsti per l’ospedale sede di Pronto soccorso e svolge funzioni di accettazione in emergenza urgenza per patologie di maggiore complessità, di osservazione breve intensiva e di medicina di urgenza e, ove necessario, trasferisce in continuità di assistenza, al DEA di II Livello, superiore per livello di cura.
La struttura sede di DEA di I Livello serve un bacino di utenza di 150.000 – 300.000 abitanti con un numero di accessi annui appropriati superiore a 45.000. Ospedale D.E.A. di II Livello: la struttura ospedaliera sede di DEA di II livello esegue tutti gli interventi previsti nell’ospedale sede di DEA di I livello ed è sede di discipline di riferimento per le reti delle patologie complesse; effettua oltre agli interventi previsti per il DEA di I livello, le funzioni di accettazione in emergenza- urgenza per il trattamento delle patologie acute ad elevata complessità, in particolare per quanto attiene alle alte specialità o alle specialità che fanno riferimento a centri regionali o sovra regionali (Centro ustioni, Centro trapianti, Unità spinali, Cardiochirurgia, Neurochirurgia).
La struttura sede di DEA di II Livello serve un bacino di utenza compreso tra 600.000 e 1.200.000 abitanti, con numero di accessi annui appropriati superiore a 70.000, ricovero oppure trasferimento urgente al DEA di livello superiore di cura, in continuità di assistenza, secondo protocolli concordati per patologia (es. reti assistenziali ad alta complessità). Presidio ospedaliero in zona particolarmente disagiata: è possibile attivare presidi ospedalieri di base per zone particolarmente disagiate, distanti più di 90 minuti dai centri hub o spoke di riferimento (o 60 minuti dai presidi di pronto soccorso), superando i tempi previsti per un servizio di emergenza efficace, per garantire il tempestivo accesso alle cure urgenti anche in condizioni orogeografiche svantaggiate”.
Il Dea di II livello deve servire “un bacino di 600.000 e 1.200.000 abitanti, con numero di accessi annui appropriati superiore a 70.000”. In verità, il solo Umberto I fa 70 mila accessi l’anno ed il bacino di utenza tra i paesi vesuviani e il solo Agro nocerino – sarnese arriva almeno a 400 mila abitanti, escludendo costiera, nolano e napoletano. Numeri dunque vicini ai parametri ministeriali. Eppure nulla accade, nessun elevazione a Dea di II livello. Intanto lo scorso anno l’ospedale di Pozzuoli ha raggiunto il traguardo di Dea di II livello e potrà offrire migliori servizi alla popolazione residente di oltre 70mila abitanti.
gc