La proposta di Emidio Ventre relativa all’apertura di due caselli autostradali all’altezza di Nocera Superiore e Pagani sta trovando pareri favorevoli, ma anche contrari. Ad avere una visione diversa del problema “Bottega tutta n’ata storia”. Lanciata una assemblea pubblica sul tema
“Leggendo i commenti positivi sulla proposta di apertura di due nuove infrastrutture per auto (per intenderci la petizione caselli di Emiddio Ventre), ci si può rendere conto come sulla mobilità non si voglia guardare al futuro, e forse nemmeno al presente. – si legge nel comunicato stampa- Nel mondo, in Europa ed anche in Italia ed anche al Sud, la linea che si sta delineando all’orizzonte (basta avere un minimo di visione) è la RIDUZIONE dell’uso delle auto.
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Normative per bike line, incrementi zone 30, ztl, piani urbanistici, politiche, finanziamenti, tantissimi mezzi ciclabili, cargobike, bus elettrici, piedibus, strade scolastiche, biketowork, vanno verso quella direzione: una RIDUZIONE progressiva ma decisa all’uso dell’auto in città. L’era delle auto in città, che ha avuto il suo boom negli anni ’60, è destinato a finire. Tra l’altro andiamo anche verso un futuro in cui si lavora sempre più da remoto (gli spostamenti per lavoro diminuiranno e già diminuiscono oggi in km), un futuro prossimo in cui le fonti energetiche vanno utilizzate in maniera ponderate, cambiamenti climatici da combattere. Una politica SERIA sulla mobilità, quindi, non va attuata con la pancia ma con visione”.
L’associazione, riguardo all’argomento, cita anche dei numeri: “D’altra parte, anche i dati del PUMS nocerino sono chiari: quasi metà del traffico nocerino è interno e che c’è un uso spropositato dell’auto rispetto a qualsiasi altro mezzo di trasporto: nemmeno il 2% usa mezzi ciclabili ed è praticamente assente un sistema comodo di trasporto cittadino veloce. In tale contesto, invocare immediatamente nuove infrastrutture per auto è miopia ed è anche pericoloso: non che non siano assolutamente necessarie, magari qualcuna sarà necessaria. Ma solo DOPO aver innescato un meccanismo virtuoso di spostamento della mobilità verso altri mezzi collettivi, o ciclabili, in modo poi da capire realmente, tra qualche anno di cosa c’è bisogno o no.
Ma invocare nuove possibilità per le auto oggi è estremamente pericoloso, sia a livello di consumo suolo, livello climatico (il traffico a lungo andare non si snellisce se il numero di auto non diminuisce, anzi aumenta come oramai da trend, auto per altro sempre più mastodontiche) e sia perché rallenterebbe una visione alternativa che in città culturalmente stenta a decollare. Perché se è vero che qualcuno etichetta molti comitati come “il popolo del NO”, Nocera è indubbiamente la città del “NON SI PUÒ” (non si può fare la differenziata, non si può andare in bici, non si può avere l’acqua pubblica, non c’è spazio per i bus locali, e tanti altri luoghi comuni che spesso abbiamo sentito proprio dagli amministratori)”.
“Sulla mobilità – continua la nota – non ci si deve inventare nulla di nuovo, ma solo guardare a tantissime esperienze anche italiane. Ad esempio, a livello comprensoriale, si potrebbe usufruire di finanziamenti (che ci sono) per avere un bel parco di bus locali, con corsie preferenziali (e in molte strade nocerine ci sarebbe lo spazio, ad oggi occupato da auto), orari continui. Costerebbe meno, non consumerebbe suolo, sarebbe molto più rapido da attuare. Forzare le persone ad usarle, ostacolando l’uso dell’auto con zone30 e ztl.
Con tanto vantaggio anche della periferia e del passaggio di camion. Con le zone 30, inoltre, anche l’uso delle bici diventerebbe più sicuro. Inoltre con le nove normative, tracciare le bike line oggi sarebbe molto rapido. Insomma avviare la trasformazione della nostra città e proiettarla al futuro. Le soluzioni della petizione, in un contesto in cui non si vuole ridurre l’uso dell’auto, peggiorerebbe il problema traffico e climatico nel giro di qualche anno. E’ la storia dei nostri territori in fondo. Una proposta potrebbe essere un’assemblea pubblica sul tema”.