Davide contro Golia, il mito stava per diventare realtà all’Arechi

Un pareggio durante l’extra time costringe i Granata ad una nuova partita al cardiopalma ad Empoli. L’AmmazzaCalcio, la rubrica di Fabio Falcone

È incredibile come si possa passare dal settimo cielo a terra, con in testa quello che sarebbe dovuto essere e non è stato! Vincendo con il Cagliari, la Salernitana questa sera avrebbe messo una seria ipoteca sul discorso salvezza, condannando praticamente la compagine sarda alla retrocessione. Un Cagliari che ha giocato all’Arechi senza demeritare, anzi. Alla luce di quanto visto in campo, il pareggio è il risultato più giusto, ma questo non cancella tanta amarezza per i Salernitani.

Parte bene la squadra sarda che senza timori reverenziali né paura dell’onda granata presente allo stadio di Salerno, inizia subito a macinare gioco, arrivando più volte dalle parti del portiere granata Luigi Sepe. La Salernitana, però, regge botta ma appare da subito contratta e timorosa, arrivando quasi sempre seconda sui contrasti e non riuscendo a condurre un pressing alto, come aveva abituato i suoi supporter nelle ultime partire.

In verità, l’alibi della stanchezza e della paura non è mai stato così attinente alla gara disputata dai Granata, ma con un po’ di fortuna, grazie ad un guizzo di Gregoris Kastanos, alla Salernitana viene concesso un calcio di rigore, magistralmente trasformato in goal da Simone Verdi che, con la freddezza di un serpente, spiazza il portiere avversario Alessio Cragno. Siamo alle soglie del 70° minuto e da lì alla fine sembra una lenta agonia verso un insperato risultato che avrebbe dato il giusto senso ai tanti sacrifici fatti da tutto l’ambiente salernitano.

Al 90° minuto sembra che il destino sia tutto dalla parte dei Granata, quando l’arbitro concede un rigore al Cagliari salvo poi rettificare la decisione dopo un consulto con il Var. Tutti credono che sia un segno divino che sancirà a breve il trionfo della Bersagliera, tranne l’indomito Cagliari che spinge ancora fino all’ultimo secondo. È vero, la stanchezza era troppo pesante da gestire per le gambe dei calciatori di casa, reduci da tre partite in sei giorni, ma è altrettanto vero che la Salernitana abbia peccato nell’amministrazione dell’incontro degli ultimi minuti.

Che la palla vada spazzata in tribuna quando il tempo di gioco sta per scadere è giusto, ma sei minuti di recupero sono un’eternità e il compito di una squadra che sta vincendo e deve difendere è cercare di portare la palla sugli esterni e trattenerla, perdendo più tempo possibile. Durante quei sei minuti al cardiopalma, infatti, sono capitati più volte palloni a centrocampo e li si dovevano e potevano amministrare meglio, senza buttarli via, di fatto regalandoli al Cagliari e permettendogli di ripartire.

Ma cosa chiedere di più a questi ragazzi? Poche volte accade nella storia di un campionato alla medesima squadra di prendere goal a due minuti dalla fine e a distanza di pochi giorni tra un incontro e l’altro. Sembra proprio che questa salvezza debba essere sudata fino all’ultima goccia. Il destino è ancora nelle mani dei Granata che avranno questa volta il tempo di recuperare le energie, pur essendo rimasti orfani del perno di centrocampo Emil Bohinen, l’uomo che fin ora ha creato collegamento tra i reparti.

Non sarà facile sopperire alla sua assenza, ma sarà obbligatorio. La Salernitana va ad Empoli contro una squadra già salva e contro cui dovrà vendicare gli schiaffi presi all’andata con troppa facilità, ma quella squadra del Cavalluccio era un’altra compagine. Il Cagliari, invece, ospiterà l’Inter ancora in lotta per lo scudetto ed impossibilitato a fare regali. Se i Sardi dovessero perdere e la Salernitana fare bottino pieno, il discorso salvezza si chiuderebbe lì.

Ma attenzione, grazie alla “morbidezza” della Juve, è rientrata in corsa anche un’altra squadra che sembrava spacciata, il Genoa. I Liguri affronteranno un Napoli ormai certo del terzo posto: se dovessero fare risultato contro i Partenopei, ci sarebbe un’altra minaccia a cui porre rimedio e la sola vittoria di Empoli potrebbe non bastare. Insomma, il campionato è ancora tutto da scrivere, troppo intrecci la fanno da padrona, ma è pur vero che la Salernitana è davanti in classifica e sono le altre a dover inseguire.

Il sogno per un’intera città continua e per quanto visto c’è una concreta possibilità di raggiungere l’obiettivo, meritato risultato di campionato da ricordare, che sembra come la lotta di Davide contro Golia, un Golia in questo caso rappresentato delle tante partite da recuperare in pochi giorni, dal tempo perso nel girone d’andata per le note vicende societarie e un contesto di campionato non favorevole.

Rimanere in serie A è un obiettivo che meritano i calciatori granata, il presidente Danilo Iervolino e il direttore Walter Sabatini, e lo merita una città intera che anche oggi ha regalato spettacolo attirando su di sé i riflettori di tutta Italia e non solo.

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