I lavori ancora in corso non rispetterebbero le direttive del Piano comunale del verde recentemente approvato e creerebbero problemi a chi frequenta l’area di sosta e chi abita nei pressi
È il simbolo di uno dei problemi irrisolti per oltre 40 anni a Nocera Inferiore, il parcheggio di via Canale. Doveva essere un’area verde in pieno centro cittadino, alle spalle del Comune, poco prima del terremoto del 1980. Poi, per decenni ha ospitato i container per i terremotati e un parcheggio abusivo.
Negli anni novanta, la trasformazione in un parcheggio pubblico, cruciale. Dopo la fine del braccio di ferro con la proprietà, al centro di sette campagne elettorali. Ora, sembrava arrivata la conclusione, grazie all’impegno dell’Amministrazione Torquato, ma mai opera sembra più sfortunata di questa. La polemica è ora per la parte verde del parcheggio (i cui lavori sono stati appaltati dal Comune), che sarebbe sbagliata in termini di qualità delle piante, di praticità di manutenzione del verde e di sicurezza.
Eppure, Nocera Inferiore ha un Piano del verde, che rappresenta un punto di svolta rispetto alla gestione del patrimonio vegetale comunale, ponendo la città all’avanguardia rispetto a queste tematiche. Vero è che il progetto per la realizzazione dell’area a verde del parcheggio di via Canale è antecedente all’approvazione del piano del verde ma l’area era ancora sguarnita di piante quando il piano è stato approvato e, quindi, sarebbe stato facile allineare la nuova sistemazione a verde alle prescrizioni del piano stesso.
Ma così non è stato ed è palese a chiunque abbia dato anche solo un’occhiata veloce al piano.
L’”ERRORE”
A spiegare quanto sta accadendo non è un nome a caso ma uno dei maggiori fitopatologi italiani, Luigi d’Aquino, tra l’altro consulente del Comune di Nocera Inferiore per il piano verde e ricercatore dell’ENEA.
«La sistemazione realizzata dall’Impresa, oltre ad essere di scarso pregio estetico e comunque non linea con il piano del verde, è costellata di errori nella scelta e nella disposizione del verde – sentenzia d’Aquino -.
Tra questi, il fatto che essa si fonda principalmente su piante esotiche banali, che producono polline notoriamente allergenico (i ligustri), ma la sistemazione crea anche anfratti poco accessibili, perfetti per accumuli di rifiuti e per il rintanamento di animali, limita le visuali interne, con aumento del senso di insicurezza, e non valorizza quelle esterne, importanti data la collocazione del sito. Inoltre, non nasconde quelle parti che sarebbe invece meglio mascherare».
LA SOLUZIONE
Per l’esperto si potrebbe ancora intervenire, visto che l’opera ancora non è terminata, riparando agli errori attraverso la piantumazione alberi diversi e in posizioni differenti, senza una notevole spesa ma con grosso beneficio per chi abita in zona o la frequenta (grazie all’impiego di piante che producono polline meno o per nulla allergenico), con miglioramento del senso di sicurezza, evitando di creare aree in ombra rispetto alla videosorveglianza, e con miglioramento dell’igiene del luogo, evitando di creare anfratti difficili da ripulire.
RESPONSABILITÀ
Ora bisogna capire chi ha commesso l’eventuale errore e se vi siano responsabilità da parte degli uffici comunali in maniera diretta o indiretta per la scelta delle alberature. Va anche ricordato che nei giorni scorsi si è verificato un errore in fase di progettazione o esecuzione dei lavori per la realizzazione della pista ciclabile in via Napoli che porterà all’abbattimento di cinque pini in via Napoli. Nel caso di via Napoli, il Comune ha avviato la messa in mora del rup del progetto. Si valuta anche la posizione della ditta esecutrice.