Pagani, fischi al Vescovo, ma contestati anche i contestatori

Proteste ieri contro il presule della diocesi di Nocera Inferiore Sarno durante la messa per la festività della Madonna delle Galline

Increscioso episodio questa mattina a Pagani, durante la Messa principale in onore della Madonna delle Galline. Da un gruppo di venti – trenta persone che assistevano alla messa all’aperto in piazza Bernardo D’Arezzo, davanti al Comune, sono partiti numerosi fischi e qualche parolaccia nei confronti di monsignor Giuseppe Giudice, vescovo della diocesi di Nocera Inferiore Sarno, appena è salito sul palco, allestito per la celebrazione eucaristica. Immediato lo schieramento dei carabinieri davanti al palco.

LA CONTESTAZIONE AI CONTESTATORI
Appena sono iniziati i fischi, dai balconi di palazzo San Carlo, sede del Comune, un uomo con voce possente ha gridato ripetutamente contro i contestatori, chiamandoli “incivili”. Subito dopo le oltre 150-200 persone che partecipavano alla funzione religiosa, hanno alzato il tono della voce nella recita delle preghiere, coprendo i fischi.

Alcuni fischi, poi, si sono sentiti distintamente anche al termine dell’omelia del presule della Diocesi di Nocera Inferiore – Sarno. La restante parte della messa è trascorsa tranquillamente se non fosse per il forte vento che spirava. L’Arciconfraternita della Madonna delle Galline, consultate anche le forze dell’ordine e la Protezione Civile, ha ritenuto opportuno che la statua della Madonna delle Galline rientrasse nel Santuario, dove si svolgeranno regolarmente le celebrazioni previste oggi, compreso il rito dello scambio dei doni alle ore 19.00

LE REAZIONI
I fischi sono stati fortemente criticati sui social da parte di chi assisteva alla diretta streaming, mentre altri commenti sono stati negativi ed alcuni anche offensivi nei confronti del vescovo. Purtroppo, pur essendoci numerose telecamere e telefoni in piazza D’Arezzo, al momento non sono state pubblicate immagini né dei contestatori né di chi li contestava, incredibilmente.

Rimarrà nella storia la contestazione, seppur limitata, nei confronti del vescovo che aveva vietato lo svolgimento di tutte le processioni per evitare la diffusione del Covid e viste le tante sofferenze che la guerra in Ucraina sta generando. Va anche detto che i contestatori sarebbe stati di diversa estrazione sociale e sembravano non organizzati, non si esclude che alcuni, confusi e al riparo nella massa, sperassero in innescare una contestazione generale contro il vescovo che non c’è stata.

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