La notizia ieri durante l’udienza del tribunale del Riesame che discuteva degli arresti di tre indagati nell’inchiesta sulle procedure fallimentari
Dopo le notizie apparse sulla stampa dell’inchiesta sulle procedure fallimentari con le denunce sporte da due imprenditori ne arriva una terza. Giovanni D’Antonio, commercialista ed ex presidente dell’ordine di Nocera Inferiore, curatore fallimentare di una ditta di costruzioni, avrebbe chiesto 50mila euro per non calcare la mano in una relazione di un fallimento di un’impresa edile di Nocera Inferiore.
Richiesta respinta dall’imprenditore e nei giorni scorsi denunciata al pm Anna Chiara Fasano della procura di Nocera. La notizia è emersa durante l’udienza del Tribunale del Riesame per discutere il ricorso dei commercialisti Giovanni D’Antonio e il cognato Giovanni Faggiano, e l’avvocato Fabio Sorrento, indagati dalla procura nocerina per una presunta tentata estorsione nell’ambito di procedure fallimentari al tribunale di Nocera. L’udienza riguardava il ricorso presentato dagli avvocati dei tre indagati finiti agli arresti domiciliari per una presunta concussione che sarebbe stata tentata ad un imprenditore insolvente in cambio di una relazione ex articolo 33 della legge fallimentare che non lo penalizzasse per eventuali risvolti penali del suo fallimento.
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Ipotesi respinta dagli indagati, i cui difensori, gli avvocati Gregorio Sorrento per Fabio Sorrento, Michele Calvanico per Faggiano e Pierluigi Spadafora per D’Antonio hanno chiesto l’eventuale riqualificazione del reato da tentata concussione a un tentativo di induzione a promettere o dare utilità. I legali hanno presentato la rinuncia a qualsiasi incarico da parte degli indagati per procedimenti legati al settore fallimentare, un modo, qualora fossero ritenuti sussistere i gravi indizi, per far venir meno le esigenze cautelari.
Sulla riqualificazione delle ipotesi di reato c’è stato il parere contrario della procura che ha anche ritenuto attuali le esigenze cautelari dei domiciliari. La vicenda denunciata nelle scorse ore è simile a quella su cui hanno indagati i finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Salerno, agli ordini del tenente colonnello Claudio Molinari.
L’UDIENZA DEL 21 APRILE
Si discuterà il ricorso del pm che non aveva visto accogliersi la pubblico ministero Fasano contro la decisione del Gip di Nocera che non aveva concesso una misura cautelare a carico di D’Antonio, del professor Angelo Scala di Napoli e del commercialista salernitano Vincenzo Bennet per una tentata concussione per la procedura fallimentare della “Lodato Gennaro & C. spa” di Castel San Giorgio.
L’ipotesi però è stata ritenuta dal gip priva di piattaforma gravemente indiziaria. La procura nocerina ritiene che sussistano le ipotesi a carico dei tre indagati e le esigenze cautelari.
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