Il primo pretoriano di Walter Sabatini gli fa perdere la battaglia e forse anche la guerra. L’AmmazzaCalcio di di Fabio Falcone
La partita tra Salernitana e Torino ha probabilmente sancito il ritorno in serie B dei “Granata del sud”. Tutto o quasi è stato sbagliato ieri sera all’Arechi, si salvano in pochi, contro un Torino obbiettivamente mediocre e forse la squadra più debole vista a Salerno ultimamente.
Come al solito, la Salernitana parte bene e sfiora il goal con Simone Verdi per poi capitolare poco dopo con un rigore dubbio battuto dal “Gallo” Belotti e parato in un primo momento da Luigi Sepe, ma l’arbitro fa ripetere rispettando scrupolosamente il regolamento e questa volta è goal.
La partita tutto sommato volge al termine senza particolari sussulti, l’espressione di due squadre mediocri. Da un lato il Torino, una squadra che non ha più nulla da chiedere al campionato, dall’altro lato invece la Salernitana, una squadra rassegnata, che ha cercato anche pubblicamente di destare convinzione nel raggiungimento di un miracolo sportivo ma che obbiettivamente manifestava tutt’altro in campo. Il risultato di questa partita, così come quello di molte altre, è stato condizionato da un giocatore in particolare che continua a sfoderare prestazioni disastrose e ben lontane dal suo standard abituale o quantomeno da quello che ci fece conoscere ai tempi della Roma, Federico Fazio.
Non è eresia dire che il difensore granata è colpevole della mancanza di almeno 6/7 punti alla compagine campana e non è comprensibile perché ci si ostini a schierarlo titolare quando è palesemente in costante difficoltà. Non è Cristiano Ronaldo e nemmeno Lionel Messi, ma un giocatore a fine carriera che non giocava da un anno e che non sta fornendo garanzie adeguate dal primo giorno in cui è arrivato a Salerno. Dal primo acquisto tanto atteso di Walter Sabatini ci si aspettava decisamente molto di più e siccome con la sua esperienza avrebbe dovuto guidare tutto il reparto difensivo, lo spettro della Serie B, sempre più visibile ai supporter granata, è in gran parte colpa sua.
Per quanto riguarda Sabatini, invece, si profila la fine di un romanzo degno dei più romantici. Apparso triste e sconfitto da se stesso, il DS granata non si sottrae eroicamente ai colleghi che giustamente gli imputano tutte le colpe di un Istant Team mai pervenuto. Sabatini risponde a tutti con consueta pacatezza e assoluta ammissione di responsabilità. Almeno questo è doveroso riconoscerglielo ma non tutto è perduto.
I romanzi hanno spesso un seguito e il direttore sportivo, grazie alla sua esperienza e soprattutto al suo curriculum, potrebbe essere un valore aggiunto per l’anno prossimo in Serie B, qualora dovesse verificarsi. Ci sono ancora ovviamente flebili speranze, ma se dovesse essere retrocessione, con Sabatini al comando, arriverebbero di sicuro giovani forti che in passato abbiamo solo potuto ammirare in altre squadre.
La forza dell’immagine del DS spingerebbe le squadre si serie A a dirottare verso Salerno i propri talenti in erba, consapevoli della vetrina che potrebbe offrire un campionato di vertice che è l’unico obiettivo che bisogna perseguire dalla prossima stagione. Appare doverosa una considerazione finale anche per l’allenatore granata Davide Nicola: è ammirevole il suo impegno, è ammirevole l’abnegazione e lo spirito di sacrificio che manifesta e che incute ai propri giocatori ma il vecchio detto “bisogna prima pensare a non prenderle” non sbaglia mai. Non si può giocare a viso aperto con tutti, soprattutto con una squadra con evidenti limiti tecnici. Lo fece un certo Delio Rossi al suo primo campionato in serie.
A proprio con la Salernitana e sappiamo tutti come è andata a finire. È vero che Con Fabrizio Castori non c’era un gran gioco ma di sicuro la squadra era meno esposta agli attacchi avversari. Si cercava sempre di indirizzare la palla su Milan Diuric e lo si fa anche adesso, non è cambiato nulla, se non la spregiudicatezza nell’impostazione della manovra maldestramente supportata da una difesa ballerina. Se davvero Davide Nicola avesse voluto osare ieri contro il Torino, non avrebbe dovuto fare i cambi ruolo per ruolo ma inserire un attaccante o una mezza punta in più chiedendo un sacrificio in copertura nell’ultima mezz’ora di gioco.
Ma si è preferito inserire in luogo di Simone Verdi, un Franck Ribéry apparso sempre più la brutta copia di se stesso ed Emil Bohinen che non ha la struttura fisica per sopportare un campo così pesante. Il campionato sta per finire ed i fatti al momento raccontano un amara verità: la Salernitana è quasi in serie B!.