Svolta nelle indagini sull’assassinio di Lettere dove è morto un giovane di Angri
Caino e Abele del 2022. Sarebbe stato questo lo scenario che si profila per l’omicidio di Domenico Martone, 33enne scomparso nei giorni scorsi da Angri e ritrovato carbonizzato la sera del 30 marzo scorso a Lettere. Questa mattina a Sant’Antonio Abate, i carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia in esecuzione di un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso da questa Procura della Repubblica di Torre Annunziata, hanno proceduto al fermo del 36enne Antonio Martone, gravemente indiziato dell’omicidio premeditato, pluriaggravato, del fratello Domenico.
La sera del 30 marzo i militari dell’Arma, allertati da alcuni residenti della zona che avevano notato il propagarsi delle fiamme e una colonna di fumo alzarsi da un fondo agricolo, erano intervenuti in un terreno distante poche centinaia di metri dal centro abitato di Sant’Antonio Abate, ove avevano rinvenuto il cadavere di un uomo completamente carbonizzato, ancora avvolto dalle fiamme, adagiato sotto una piccola tettoia.
I primi accertamenti hanno permesso di ipotizzare che si trattasse di Domenico Martone, la cui autovettura, all’interno della quale vi era il green pass del predetto, era stata parcheggiata in una stradina interpoderale distante poche decine di metri dal luogo del macabro ritrovamento. Gli immediati accertamenti medico-legali ed i primi approfondimenti investigativi sulla vita privata della vittima, priva di qualsiasi precedente penale e di polizia, hanno indotto gli inquirenti a focalizzare l’attenzione investigativa sul contesto familiare della stessa.
L’analisi delle immagini di videosorveglianza pubbliche e private della zona ha permesso di ricostruire gli ultimi momenti di vita della vittima e di accertare la presenza sul luogo del delitto, in un orario compatibile con quello in cui è stato commesso l’omicidio, del fratello del deceduto, nonché di ricostruire il tragitto percorso da quest’ultimo, a piedi, successivamente all’evento delittuoso, nell’allontanarsi dal luogo dell’omicidio.
I successivi approfondimenti investigativi, comprensivi di acquisizioni documentali e di accertamenti, di natura sia tecnica che medico- legale, hanno permesso di delineare un gravissimo quadro indiziario a carico dell’odierno indagato, dal quale è emerso che il giovane fermato avrebbe dato fuoco al corpo del fratello, dopo averlo aggredito e tramortito, mentre questi era ancora in vita, e ne avrebbe premeditato l’omicidio, al fine di riscuotere l’indennizzo di una polizza assicurativa sulla vita della vittima, stipulata più di un anno prima proprio su iniziativa dell’odierno fermato, unico beneficiario della stessa.
Al fermato è contestato il reato di omicidio aggravato dalla premeditazione, dai motivi abbietti, per averlo commesso al fine di riscuotere l’indennizzo dell’assicurazione sulla vita del fratello, e dalla crudeltà, per avere dato fuoco a quest’ultimo mentre era ancora in vita. L’adozione del provvedimento di fermo si è resa necessaria stante il concreto e fondato pericolo di fuga del presunto autore dell’omicidio, sul quale si era concentrata l’attenzione investigativa degli inquirenti, trattandosi di un marittimo, legato da vincoli affettivi ad una persona di nazionalità straniera e residente all’estero.
Il fermato, dopo le formalità di rito, è stato associato alla Casa Circondariale di Napoli Poggioreale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per la convalida del fermo.