L’Inter infrange i sogni della Salernitana: la serie B è più di un’ipotesi ormai

I miracoli possono accadere, ma la logica la fa da padrona. L’AmmazzaCalcio di Fabio Falcone

I Granata non escono ridimensionati da questa partita: il risultato di Inter-Salernitana rispecchia esattamente il posto occupato in classifica dalle due squadre. I Neroazzurri hanno dimostrato la loro caratura tecnica mentre la compagine dell’Arechi ha evidenziato il ritardo nella costruzione di una squadra, una formazione che pur impegnandosi ha palesato mancanza di collegamento tra i reparti e soffre dell’assenza di un vero attaccante.

Dopo cinque minuti la palla dello 0 ad 1 è stata sui piedi di Simone Verdi che ha sparato incredibilmente in tribuna. Una ventina di minuti di buona Salernitana ha spaventato i campioni d’Italia, schierati con l’artiglieria pesante a discapito di un turno over che sembrava plausibile. Ma i soliti svarioni difensivi hanno spianato la strada a Lautaro Martinez che è riuscito a segnare una tripletta.

La difesa della compagine granata è stata sempre e sistematicamente perforata per vie centrali, come accade da diverse partite. Federico Fazio e Radu Dragusin giocano troppo distanti tra loro in fase di copertura e sembrano non aver trovato ancora un intesa. Tutto troppo facile per l’Inter che in questo modo di goal ne ha segnati ben cinque. Si continuerà a dire che finché la matematica non la condanna, la Salernitana può ancora sperare di salvarsi: questo è vero, soprattutto per quanto fatto negli anni precedenti da Davide Nicola e alla luce di un campionato di medio/basso livello.

Ma oltre alla matematica c’è la logica e questa dice che i Granata sono sempre più ultimi in classifica mentre le altre squadre che la precedono continuano, anche se di poco, a fare punti, alzando di conseguenza la media salvezza e abbassando proporzionalmente il morale dei giocatori e dei tifosi salernitani. Adesso c’è bisogno di un bagno di umiltà. Il Ds Walter Sabatini ha dichiarato che resterà anche l’anno prossimo perché ha un debito con la città: forse si è reso conto di aver sbagliato qualcosa.

Obbiettivamente non c’è traccia dell’istant team tanto decantato, giocatori che non giocavano da tempo, altri provenienti da infortuni o messi fuori squadra con il fardello dell’età sulle spalle e un attacco che è di sicuro l’unico reparto in cui non bisognava assolutamente fare scommesse. Il direttore sportivo ha sbagliato, era difficile fare meglio obbiettivamente ma ha sbagliato, forse peccando un po’ di presunzione o forse da sempre convinto che l’impresa era quasi impossibile e non meritevole di estremi esborsi economici. Ora cosa succederà? Come la Salernitana dovrà affrontare le restanti partite del campionato?

Premesso che un barlume di speranza c’è ancora, forse rimane un’unica arma, quella del divertimento, sognando in grande, mettendo in campo quei preziosismi in cui ci si adopera quando il più forte della squadra, giocando tra amici, sfoggia tutto il suo repertorio tecnico. Bisogna, in pratica, abbandonare ogni tipo di paura e osare al massimo pur consapevoli di sbagliare e prendere goal. I Granata devono essere consapevoli che la serie “B” è più di un ipotesi ormai e vanno valorizzati i calciatori di proprietà, cercando di capire anche chi possa e chi voglia far parte del prossimo futuro della Salernitana con l’intento di riportare subito la squadra in serie A. Fa tenerezza Davide Nicola che in conferenza stampa, come un padre di famiglia, cerca di proteggere il proprio figlio con un “non è successo nulla, ricarichiamoci e ripartiamo”. E da questo bisogna ripartire anche l’anno prossimo.

La serie “B” è un campionato difficile, dove la grinta e la determinazione la fanno da padrona e Davide Nicola rispecchia esattamente questi valori, tanto da meritare la conferma della sua panchina, valori simili all’amato Fabrizio Castori, protagonista della promozione nella massima serie. I Salernitani scaccino via ogni tipo di malumore e godano queste ultime partite, magari il miracolo accadrà: in caso contrario il popolo granata sarà già consapevole della triste sorte.

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