Tra gli indagati di uno dei filoni anche il sindaco Vincenzo Ascione
Sono 12 le persone indagate a vario titolo di traffico di influenze e corruzione fino al concorso in associazione mafiosa a Torre Annunziata nell’ambito di un’inchiesta che ha scatenato un terremoto politico. Tra gli indagati il sindaco di Torre Annunziata, Vincenzo Ascione, il presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Raiola, l’assessore al Porto Luisa Refuto, l’ex capo dell’ufficio tecnico Nunzio Ariano e la consigliera comunale Maria Oriunto, cognata di un altro indagato, quest’ultimo a sua volta nipote di un soggetto ritenuto killer del clan Gionta.
IL LUNGO GIORNO DI TORRE ANNUNZIATA
Torre Annunziata, ieri, si è svegliata con il blitz delle forze dell’ordine che hanno eseguito una serie di perquisizioni negli uffici del Comune e nelle abitazioni di amministratori e di altre persone coinvolte nell’inchiesta della Dda di Napoli. Dalle indagini è emerso inoltre che su una delibera sarebbe stata apposta la firma falsa di un assessore.
I finanzieri del gruppo oplontino hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro probatorio, emesso dalla Procura torrese.
IL PROCURATORE
“Il provvedimento – spiega il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso – è finalizzato a sottoporre a sequestro l’originale di una delibera di giunta municipale, al fine di verificare, alla stregua delle indagini sin qui espletate, l’autenticità di una delle firme alla stessa apposte”.
IL DOCUMENTO AL CENTRO DELL’INCHIESTA
Al centro dell’inchiesta una delibera di giunta che si collegherebbe ad una vicenda corruttiva per la quale sono attualmente indagati l’ingegnere Ariano e l’imprenditore Amedeo Carluccio, e relativa alla procedura di affidamento alla ditta dello stesso Carluccio dei lavori di pitturazione e manutenzione degli infissi dell’asilo nido di via Parini.
IL SECONDO FILONE D’INDAGINE
I finanzieri oplontini hanno dato esecuzione di un decreto di sequestro probatorio emesso dalla procura di Torre nell’ambito di un’inchiesta su presunti episodi corruttivi per i quali risulta indagato l’ex dirigente dell’ufficio tecnico del Comune, arrestato il 29 dicembre 2020 e ai domiciliari dallo scorso ottobre. La guardia di finanza di Torre Annunziata trasse in arresto, in flagranza di reato, l’allora dirigente dell’ufficio tecnico del Municipio oplontino, per il reato di “induzione indebita a dare o promettere utilità”.
Il 63enne, molto conosciuto in città, fu trovato dalle fiamme gialle in possesso di 10mila euro in contanti, che l’uomo aveva intascato poco prima, a titolo di tangente da un imprenditore napoletano affidatario di un appalto. I lavori in questione erano relativi all’adeguamento infrastrutturale di alcuni istituti scolastici, per far fronte all’emergenza determinata dal Covid-19, in vista della ripresa dall’anno scolastico con la didattica in presenza, dopo la pausa per le festività natalizie del 2020. Per questo motivo le opere sono furono affidate con una procedura di somma urgenza, per un importo base di 200mila euro.