I Granata cambiano in corsa per la terza volta, ma la sensazione era che si aspettasse solo il momento giusto per farlo. L’AmmazzaCalcio di Fabio Falcone
È notizia ufficiale ormai che Udinese Salernitana vada giocata con conseguente restituzione di un punto in classifica per i Granata. Forse è questa sentenza che ha fatto fin ora tentennare il DS Walter Sabatini sul cambio in corsa dell’allenatore.
Nessuno riesce a spiegarsi come un direttore sportivo navigato come lui, possa commettere l’errore di affidare la guida tecnica ad un puro sentimentalismo e spirito di gratitudine, a fronte di svariati milioni di euro investiti ed una categoria da difendere con i denti. Forse si aspettava questa certezza che, unita alla sempre più probabile conferma che anche la partita di Venezia venga giocata e che quasi sicuramente con il Milan all’Arechi si perderà, ecco che rispuntano i 15 giorni di tempo ugualmente dati a Stefano Colantuono per provare ad impartire nuovi dettami tattici a nuovi giocatori.
Finalmente si è puntato su Davide Nicola, un allenatore esperto della categoria e soprattutto esperto in rimonte salvezza, una allenatore sanguigno che non molla mai. Quasi tutto quello che si poteva fare si è fatto. A nostro avviso qualcosina in più nell’Istant Team in termini di giocatori più pronti fisicamente andava fatto e si poteva cambiare prima la guida tecnica visto che sicuramente si aspettava solo il momento migliore ma siamo sicuri che l’idea era già ampiamente nell’aria.
La parola passa definitivamente al campo, non c’è più tempo per lamentarsi e per recriminare, la piazza è stata ampiamente accontentata e lo si respira passeggiando per la città. Non c’è tristezza all’idea di retrocedere, nessuno scoramento ma solo tanta serenità finalmente, data dalla consapevolezza che la nuova società possa portare un futuro roseo e ricco di soddisfazioni.
Con Fabrizio Castori prima, Stefano Colantuono Bis considerando il prima e il dopo mercato, con il Milan inizia il quarto e si spera ultimo minicampionato della Salernitana, che possa trasformarsi davvero in un miracolo sportivo? Calciatori e ambiente tutto hanno il dovere di crederci, a fine campionato tireremo le somme ma fino ad allora il coraggio e la visione dell’obbiettivo devono essere le uniche caratteristiche da abbracciare fino all’ultimo secondo di gioco.