Nocera, Villa dei Fiori: lavoratori e sindacati su decisione consiglio comunale

La bocciatura dell’ampliamento di Villa dei Fiori nel Consiglio comunale di Nocera Inferiore. Un comunicato dei lavoratori e dei sindacati provinciali: “Fuggendo dalle loro responsabilità hanno condannato i lavoratori e la città”

Dopo la bocciatura di venerdì scorso in Consiglio comunale della proposta di Delibera per l’ampliamento di Villa dei Fiori i lavoratori, con i segretari della CISL e della Uil provinciali, si sono riuniti in assemblea. Non tutti avevano visto le tre ore di dibattito e così è stata proiettata la seduta. Alla fine dell’assemblea è stato rilasciato questo documento: Il 4 febbraio 2022 rimarrà una macchia indelebile di questa amministrazione di Nocera Inferiore: 11 consiglieri hanno votato per uccidere una istituzione sanitaria che da 70 anni lavora per i più fragili, un’istituzione con 200 dipendenti che cura 500 persone al giorno.

Il 5 febbraio il Papa ha parlato in Vaticano ai sindaci: “vi incoraggio – ha detto – a rimanere vicini alla gente. Perché una tentazione di fronte alle responsabilità è quella di fuggire. Isolarsi, fuggire…”. Ecco, il sindaco di Nocera Inferiore con altre dieci persone, tra cui due aspiranti sindaci, hanno ceduto senza problemi alla tentazione: sono fuggiti. Si sono liberati delle loro responsabilità utilizzando il parere di un tecnico del Comune che, secondo noi, ha violato le norme, e che sicuramente ha contraddetto tutto ciò che avevano scritto e formalizzato i tecnici del Comune prima di lui. Con questo pretesto i “rappresentati del popolo”, hanno condannato Villa dei Fiori.

Senza battere ciglio, senza informarsi, senza chiedersi come fosse possibile oggi un parere negativo di un dirigente dopo anni di pareri positivi, compreso quello di quattro anni fa della Conferenza dei Servizi. Senza avere neanche letto i nostri documenti, che pure gli abbiamo fornito, e che spiegavano punto per punto perché le richieste del Comune fossero prive di senso. E senza dire una parola sulla utilità per la comunità di un progetto del genere e sulle conseguenze devastanti di una sua bocciatura. Ignorando un progetto che, creando lavoro, darebbe alla città una struttura di grande valore, valorizzando il suo sistema sanitario e migliorando sensibilmente le condizioni di vita dei pazienti.

Il sindaco ha detto: “Stando così le cose, e gli atti, dice il dirigente allo Stato, al momento, mancando le valutazioni dell’ufficio tecnico, le integrazioni documentali necessarie, il parere favorevole non può esserci.” Il suo successore in pectore De Maio ha detto: “un dirigente, che viene pagato dai nostri cittadini per esprimere un parere alla base del nostro voto, ci dice, esprime parere negativo. Quando il parere del dirigente sarà positivo per non vedo qual è il problema ad esprimerci.”

La consigliera Lanzetta, indicata dal sindaco quale rappresentante dell’opposizione, ha detto “sono sicura che è necessario il parere favorevole dell’articolazione tecnica”. Nessuna analisi, nessun approfondimento, nessuna voglia di capire e risolvere, nessuna domanda, lo ripetiamo, sul perché prima i pareri tecnici fossero positivi e oggi negativi. Nessuna visione. Una totale abdicazione del loro ruolo. Se è così dichiarino pure che il ruolo degli eletti è quello di fare gli esecutori dei tecnici, qualsiasi cosa dicano.

Sia chiaro, lo sa chiunque, che serve il parere positivo dell’ufficio. Ma proprio per questo avrebbero dovuto rinviare la proposta di delibera per approfondimenti, per capire come mai il dirigente chieda ulteriori documenti dopo quattro anni e perché Villa dei Fiori, che ha dichiarato ufficialmente di essere in possesso di tutti documenti richiesti, debba ricorrere al TAR. Avrebbero avuto tutte le risposte. E invece niente.

Non si sono neanche posti il problema dell’impedimento, posto in essere dal dirigente, dell’osservanza delle richieste del Tar per il 22 marzo. Hanno voluto fare un gesto di forza (dei forti contro i deboli), di onnipotenza, di arroganza istituzionale. Ai sei consiglieri Ilario Capaldo, Pasquale D’Acunzi, Gennaro Della Mura, Aniello Rosati, Vincenzo Stile e Gianfranco Trotta – di maggioranza e opposizione – che ascoltando i lavoratori e i cittadini hanno presentato una delibera che avrebbe sbloccato la vicenda dopo sette anni, il sindaco e i suoi hanno voluto dire “qui comandiamo noi”. Undici voti su 25 consiglieri, dati gli assenti, e la sentenza è stata emessa.

Che sia di condanna per i lavoratori e per tutta la città non importa. Comandano loro. Ancora per 67 giorni aggiungiamo noi. Noi certamente non alzeremo mai bandiera bianca. Continueremo a fare tutto ciò che serve, e anche di più, per difendere i posti di lavoro e il diritto dei cittadini ad avere servizi sanitari migliori. Loro si ritroveranno nelle mani il resto di niente.

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