Un attacco non solo allo stato ucraino, ma il disperato tentativo di riconquistare una centralità russa persa da tempo e una leadership interna in un momento di gravi difficoltà di Mosca
Putin in piena crisi di leaderhip internazionale tenta la carta nazionalistica con un discorso retorico che dà il via all’operazioni del riconoscimento della sovranità e l’indipendenza delle due autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, che sono territorio ucraino. In queste ore, soldati russi stanno entrando nelle due repubbliche. E ci si chiede dove voglia arrivare. Ora c’è il pericolo di una guerra con migliaia di morti in Ucraina.
IL FALLIMENTO DELLE TRATTATIVE E LA POSIZIONE DI UN PUTIN ORMAI IN UNA CRISI DI NERVI
A nulla sono valse le trattative internazionali. Putin orami all’angolo della storia di questi anni, dove aver tentato con operazioni delinquenziali di influenzare le elezioni degli Usa, dopo aver finanziato movimenti estremisti di destra, in particolare, in tutta Europa, dopo essere una delle centrali delle fake news al mondo, cercando di appoggiare movimenti politici e partiti anche in Italia con lo scopo di indebolire i singoli stati e l’Unione Europea ha fallito.
I FALLIMENTI DELLA POLITICA RUSSA
Ha fallito con il ricatto energetico. Ha fallito in molto teatri asiatici e africani, dove è stato soppiantato dalla Cina. Vuole dividere gli europei tra molti e gli Usa, ma finora il Mondo occidentale ha fatto muro contro. Ha molti soldati, ma ha una sola portaerei e quindi non può giocare nessun ruolo internazionale come un tempo. Ha molte fonti energetiche ma le casse del paese praticamente vuote.
Anche la Turchia svolge un ruolo più pressante in tutto il Medio Oriente e nell’Africa del Nord. Putin è un uomo isolato che cerca di imporsi ma senza ammettere le sconfitte e agisce forse anche per riconquistare una leadership interna. Così da sconfitto aziona l’opzione guerra come strumento di affermazione, ricorrendo a un nazionalismo ottocentesco.
Lo ha fatto in Georgia, in Crimea e ora con l’Ucraina. La nostra intelligenza deve essere evitare che stringa ancor di più un’alleanza con la Cina. Per questo, al di là delle sanzioni, che rischiano di non avere grande effetto, è necessario far sentire la protesta sottolineando che il mondo civile non si comporta come la Russia.