L’ex sindaco di Furore è stato un punto di riferimento per tutti i comuni costieri
Era a pranzo in un ristorante di Vico Equense assieme ad alcuni familiari quando è stato colpito da un malore che gli è stato fatale. È morto così, all’improvviso, il professor Raffaele Ferraioli, storico sindaco di Furore, carica ricoperta per 39 anni. Era amante non solo del suo comune ma di tutta della Costa d’Amalfi.
Animatore culturale, ha fatto del turismo enogastronomico una risorsa della Divina. È stato primo firmatario dell’istanza per il riconoscimento della Costa d’Amalfi come “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”. Ha ricoperto la carica di vicepresidente del Distretto Sanitario di Amalfi – Asl Salerno 1 ed è stato assessore al turismo e poi presidente della Comunità montana amalfitana dal 1995 al 2008.
È stato un promotore della Doc dei vini e della Dop dei limoni della Costa d’Amalfi, socio fondatore e vicepresidente del club dei Borghi più Belli d’Italia e dell’Associazione italiana dei Paesi Dipinti e coordinatore regionale delle Città del Vino della Campania, di cui è stato uno dei due fondatori.
IL DOCUMENTO DELLA CONFERENZA DEI SINDACI DELLA COSTA D’AMALFI
«I sindaci della Costa d’Amalfi, attoniti, apprendono la notizia della dipartita di RAFFAELE FERRAIOLI già Sindaco di Furore Una mancanza improvvisa si avverte tra i colleghi sindaci che per anni lo hanno avuto a sostegno di comuni battaglie politiche. Sostenute sempre con incessante allegria, con instancabile forza di volontà e con l’ottimismo di chi non arretra innanzi alle pressioni che le difficoltà amministrative frappongono all’impegno di chi come lui, spassionatamente, ha reso noto il “Paese che non c’è “, come lui amava dire della sua Furore ai tanti avventori in cerca di “perdute emozioni”.
Nel ricordarne la spiccata passione per la vita amministrativa, l’odierna Conferenza dei Sindaci ne raccoglie il testimone, segnalando alla collettività la ricchezza dei lungimiranti traguardi conseguiti. Ai familiari i Sindaci rivolgono, in piedi, il sentito cordoglio personale e delle rispettive cittadinanze, che in amministratori come lui ne riconoscono intelligenza amministrativa e senso delle Istituzioni».