Gerardo Sessa di Angri si schiera con il medico sotto azione disciplinare dell’Ordine per aver curato gli ammalati non secondo le linee guida per il Coronavirus
La storia del 31enne Gerardo Sessa aveva commosso l’Italia, quella di un giovane alla ricerca della sua famiglia attraverso “Chi L’ha visto?”, ed oggi torna alla ribalta per essersi schierato a favore di Gerardo Torre, il medico paganese che il 28 gennaio comparirà davanti al consiglio di disciplina dell’Ordine, per aver curato dalla Covid non secondo le linee guida per il Coronavirus.
«Mi ha salvato la vita e non ha chiesto un euro per la visita – sottolinea Gerardo -. Mentre il medico di mio padre era rintanato nel suo studio e scaricava ogni responsabilità sulle Usca, mentre noi avremmo dovuto prendere al massimo una tachipirina e restare in vigile attesa, un vero medico, pur senza conoscerci, solo per tenere fede al suo giuramento, è venuto fino a casa, ci ha visitato e soprattutto ci ha dato subito una terapia.
Se un medico che fa solo il suo dovere, che si prodiga per gli altri, e che per giunta non prende soldi, deve essere processato dinanzi ad una commissione disciplinare allora io non ho capito niente della vita, e vi prego di spiegarmela, perché a mio avviso questa è una grande ingiustizia. Io non ci sto e continuerò a gridarlo al mondo intero, nessuno tocchi il dottor Gerardo Torre!».
Gerardo a giugno scorso lanciò un appello, voleva conoscere i suoi genitori visto che era stato affidato ad una casa famiglia di Agropoli poco tempo dopo la nascita e all’età di un anno era stato dato in adozione ad una famiglia di Angri.
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In pochi mesi il giovane angrese riuscì ad abbracciare il padre naturale e ben tre dei suoi quattro fratelli. La madre era venuta a mancare proprio a giugno, quando era apparso per la prima volta in televisione a lanciare il suo appello. Tuttavia Gerardo trovò finalmente conferma a ciò che aveva sempre saputo in cuor suo, sua madre non lo aveva abbandonato, purtroppo la donna era affetta da una grave patologia e non era in grado di crescere i suoi figli, per questo motivo i servizi sociali intervenivano togliendole i bambini.
Gerardo ha asciugato così tutte le sue lacrime ed ha iniziato una nuova vita con i suoi due papà, Bartolomeo che lo ha cresciuto insieme alla moglie, scomparsa quando Gerardo aveva poco più di 15 anni, e Claudio, quello naturale, i suoi fratelli e le loro rispettive famiglie. Sembrava un periodo felice, poi l’incubo della Covid, subito dopo Natale.
«Abbiamo sempre fatto molta attenzione, anche perché io, per gravi motivi di salute, non ho potuto vaccinarmi-racconta Gerardo – ma purtroppo il 28 dicembre è iniziata la febbre, altissima. Anche il mio papà Bartolomeo ha iniziato a stare molto male. Lui è stato completamente abbandonato. Se avessimo seguito quei consigli oggi non ero qui a raccontarvi la mia storia a lieto fine.
Altro che tachipirina e vigile attesa! Io e papà – continua Gerardo Sessa – peggioriamo a vista d’occhio, Vera, la mia tata, si mette subito in contatto con Gerardo Torre che pur non conoscendoci viene a visitarci la sera del 29 dicembre, erano passate le 22. Quel medico ci ha subito somministrato una cura che in poco tempo ci ha fatto migliorare e superare la fase più critica. Ora stiamo ancora combattendo con qualche strascico, papà è diabetico e ancora non abbiamo visto la fine di questo incubo, però una cosa è certa, senza il dottor Torre io, non vaccinato e soprattutto con le mie patologie invalidanti, non ce l’avrei mai fatta.
A lui devo la vita, – si commuove Gerardo – però non posso accettare che un medico che ha fatto il suo dovere, che ha salvato vite umane, debba comparire dinanzi ad una commissione disciplinare. Oltre a salvare me ha salvato anche mia zia Nanninna, 90 enne e allettata, la mia tata Vera e tutta la sua famiglia.
Devo ringraziare anche le mie zie, sorelle di Vera, zia Concetta e zia Rosa che, mentre anche la mia tata combatteva contro il virus, mi hanno coccolato con tante leccornie. Finché avrò vita, io e la mia famiglia, staremo dalla parte del dottor Gerardo Torre e gli saremo eternamente grati» – ha concluso stremato Gerardo, il virus lo ha abbattuto ma il desiderio di gridare al mondo l’indignazione per il trattamento riservato al medico paganese è più forte di ogni cosa, anche del Coronavirus che lo tiene ancora chiuso in casa con il suo papà.
«Se le mie condizioni di salute – ha annunciato Gerardo Sessa – il 28 gennaio prossimo sarò a Salerno a manifestare tutto il mio dissenso e la mia delusione per come stanno trattando un medico la cui unica colpa è stata quella di salvare vite umane, compresa la mia, sono davvero molto arrabbiato per questo e vorrei che qualcuno mi spiegasse il perché di tanto accanimento nei confronti di un uomo buono, un medico che, incurante di ogni pericolo, ha visitato pazienti affetti dal Coronavirus fino a tarda ora, senza mai fermarsi un attimo, credetemi tutto ciò mi sconvolge e mi indigna, i nostri medici ci hanno abbandonati, lui, pur non conoscendoci, è venuto a visitarci anche di notte».
Luisa Trezza
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