Medici, ostetriche e infermieri in condizioni di enormi difficoltà mandano avanti la seconda unità operativa di settore in Campania
Il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Nocera Inferiore da due anni combatte quasi a mani nude contro la pandemia, nonostante le richieste avanzate dal personale il reparto pur non essendo centro Covid, continua ad accogliere, a curare e a far partorire donne affette dal virus, ma in assenza di un’area e percorsi dedicati, men che meno di personale destinato unicamente alle partorienti Covid.
A lanciare l’allarme, ormai stremati e stressati dalla situazione, gli operatori del reparto che nell’anno appena trascorso ha registrato la nascita di ben 1357 neonati, attestandosi tra gli ospedali più grandi della Asl, punto di eccellenza per la sanità locale. Ciò nonostante pazienti Covid e pazienti no Covid continuano a dividere lo stesso reparto, a separarle un semplice separè che dovrebbe assicurare isolamento e sicurezza. Per non parlare dei panni sporchi e dei rifiuti, ammassati tutti insieme. A nulla sono valse le comunicazioni inviate ai vertici del nosocomio, ad oggi nulla si è mosso.
E stamattina tutti gli operatori saranno sottoposti a tampone dopo i 4 risultati positivi nei giorni scorsi: 2 Operatori socio sanitari di sala operatoria, un medico ed un’infermiera. Appare assurdo che il reparto non sia mai stato dotato di un centro Covid con tutti i crismi, pur essendolo nei fatti. Fino ad ieri erano 4 le donne ricoverate ed affette da Coronavirus. Nella giornata di ieri una gravida alla 33 esima settimana è stata trasferita, per complicanze, al Policlinico a Napoli, un’altra puerpera è stata dimessa ed una terza lo sarà in giornata, dopo i 5 giorni obbligatori di degenza dopo il parto imposti da protocollo regionale, l’ultima andrà via nei prossimi giorni.
Una situazione che mette a rischio, ogni giorno, operatori, le loro famiglie, ma anche le partorienti e tutte le donne che passano per il reparto, il pronto soccorso dedicato o l’ambulatorio. Una situazione delicata che, con il dilagare dei contagi, rischia di paralizzare il reparto oltre che mettere a rischio quotidianamente operatori e pazienti. Di qui l’allarme e la richiesta di maggiore attenzione verso una divisione di eccellenza, punto di forza e di riferimento della sanità locale.