Una struttura grande almeno quanto l’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere. L’archeologo Teobaldo Fortunato svela qualche novità

Il giornalista Rai Alessandro Di Liegro, nella puntanta di Mezzogiorno Italia, ha illustrato l’antico anfiteatro di Nuceria. Attraverso un accesso del rione Grotti a Nocera Superiore, le telecamere della Rai, hanno ridato visibilità al gigante sepolto sotto le grotte di un intero borgo. Sopra di queste le abitazioni, sotto l’anfiteatro di epoca romana. In effetti, per la tv pubblica è stato un ritorno, dopo la visita nel 2004. L’anfiteatro è senza dubbio la testimonianza di “una città tra le più storiche ignorate della Campania”, come affermato da Amedeo Maiuri.

“Dopo 17 anni non è cambiato nulla”, ha sottolineato l’inviato della Rai. Una osservazione che dovrebbe far riflettere, in particolare le istituzioni locali e non. La visita nella pancia dell’anfiteatro è stata possibile grazie al nuovo proprietario dell’accesso Pasquale Mazzarella (Fondazione Osservatorio Parco Archeologico Nocerino), all’impegno di Matteo Miriano de “La Mia Cultura”, ad appassionati videomaker, ed alla tenacia di Teobaldo Fortunato. Quest’ultimo ha presentato, proprio nella puntata di Mezzogiorno Italia, un nuovo aspetto sulla planimetria dell’anfiteatro, più ampia rispetto a quella ipotizzata da Maiuri e dai fratelli Fresa.

“Il valore aggiunto di ciò che è a Nocera, è nel fatto che si è stratificato il tempo, cioè ci dà la possibilità di una osservazione diacronica”, ha sottolineato il professor Antonio De Simone. Questi, inoltre, ritiene “che immaginare un anfiteatro grande delle dimensioni di quello di Santa Maria Capua Vetere, non deve lasciare stupiti”. È naturale, in pratica, che in una città importante come Nuceria al suo tempo, potesse esistere un anfiteatro molto grande. Nota dolente, evidenziata durante la puntata, l’accesso scoperto nel 1926 dai fratelli Fresa, oggi deposito di materiali da risulta.
Giuseppe Colamonaco