Chiuse le indagini ora i cinque indagati avranno 20 giorni per chiedere di essere interrogati o per presentare documenti a loro favore
Bando per i mercatini di Natale indetta dal Comune di Salerno per il 2016, chiuse le indagini. Cinque gli indagati per turbata libertà degli incanti.
GLI INDAGATI
A finire sott’inchiesta sono:
– L’assessore alle attività produttive della scorsa consiliatura, il 51enne Dario Loffredo di Salerno, super votato alle elezioni di quest’anno (oltre 1.800 preferenze) e tra i papabili presidenti del consiglio comunale di Salerno.
– Il 61enne Alberto Di Lorenzo, per anni uno degli uomini chiave della macchina comunale di Salerno, direttore del settore attività produttive del Comune fino alla rottura netta con la politica salernitana e il suo trasferimento a Roma. Due anni fa il trasferimento al Comune capitolino del sindaco Virginia Raggi, come direttore ad interim del settore infrastrutture e mobilità, occupandosi anche di parcheggi. In una recente intervista al Corriere del Mezzogiorno aveva paragonato il sistema delle cooperative sociali e quindi degli affidamenti di lavori per conto del comune di Salerno, finito sott’inchiesta ad ottobre scorso, a quello che vigeva a Roma con Buzzi, Camminati, insomma a quel modo di procedere emerso con le indagini di Mafia capitale.
– Il 51enne Aniello Ciro Pietrofesa di Salerno, presidente dell’Anva, l’associazione della Confesercenti che rappresenta gli ambulanti in provincia di Salerno, uno dei più rappresentativi del settore in Campania.
– Il 45enne Francesco Ferrara, originario della provincia di Torino, socio della Buongiorno Italia Srl
– Il 46enne Michele Fiore, residente a Striano, ritenuto amministratore di fatto della Buongiorno Italia Srl assieme proprio a Ferrara.
LE IPOTESI D’INDAGINE
I pm Guglielmo Valenti ed Elena Cosentino hanno chiuso le indagini condotte dalla Squadra mobile, diretta dal vicequestore Marcello Castello, su un’ipotesi di turbativa d’asta relativa ai mercatini di Natale del 2016 sul lungomare Trieste e in altre strade di Salerno. Di Lorenzo e Loffredo avrebbero rivelato a Pietrofesa il contenuto del bando dei mercatini di Natale indetta dal Comune nell’ottobre del 2016, prima che venisse pubblicato.
Di Lorenzo avrebbe integrato il bando aggiungendo ai punteggi da poter assegnare ai partecipanti alla gara fino a 20 punti per quei concorrenti che avessero maturato negli ultimi cinque anni analoghe esperienze nel settore fiere ed eventi e mercatini, sia in interni di qualità che di quantità. La modifica del bando sarebbe stata concordata tramite Pietrofesa con Ferrara e Fiore. La Buongiorno Italia Srl vinse la gara anche grazie alla clausola del bando introdotto da Di Lorenzo. I cinque candidati indagati ora hanno 20 giorni per presentare documenti o chiedere di essere interrogati per riportare la loro versione dei fatti o elementi a loro difesa.
LA VICENDA
Il 27 dicembre 2017, il Comune bloccò l’attività delle casette, ritenendo che la Buongiorno Italia fosse inadempiente rispetto al bando come per il mancato pagamento della tassa per l’occupazione del suolo pubblico, la mancata comunicazione dell’elenco degli operatori per la Scia sanitaria e il non utilizzo dell’area di lungomare Marconi come da contratto.
La decisione del Comune fu impugnata al Tar che il 29 dicembre diede ragione alla società. Ora sulla gara dell’ottobre 2016 sono stati chiuse le indagine. Si tratta dell’inchiesta in fase giudiziaria più avanzata di quelle attualmente in corso a Salerno. Il 28 dicembre ci fu un consiglio comunale a Salerno sul punto dei mercatini con tensione tra maggioranza e opposizioni sulla decisione di revoca dell’autorizzazione all’iniziativa.
LE DIFESE
Per Loffredo ha parlato il suo avvocato, Giovanni Annunziata: «Dall’atto notificato emerge una rivelazione, presuntivamente fatta dal mio assistito, ad un soggetto interessato all’assegnazione del bando. È bene chiarire che l’eventuale profilo di responsabilità verterebbe, esclusivamente, sul contributo offerto dall’allora Assessore Dario Loffredo, all’interessato, con particolare riguardo alla esclusività della notizia offerta, la cui utilità, da parte di quest’ultimo, rappresenterebbe l’elemento costitutivo del reato contestato.
Appare chiaro, quindi, che l’attività difensiva riguarderà la lettura alternativa di tale significato e di tale contributo. Come spesso accade, la lettura in chiave accusatoria va sempre integrata con eventuali ipotesi alternative offerte dalla difesa, e quindi appare fin d’ora probabile che tale vicenda potrà trovare un epilogo positivo, anche in tempi ridotti, dopo una mirata attività difensiva.
Non è facile ricostruire, dopo oltre 5 anni, un contatto, ancorché presuntivamente telefonico ma, tuttavia, il profilo di legalità che ha accompagnato l’assessore Dario Loffredo in tutta la sua carriera, presta il fianco ad un giudizio prognostico positivo, anche se sarà necessario offrire elementi di segno contrario a quelli fin ora rappresentati nella ipotesi della Procura».
DI LORENZO
«Per affermare un principio di legalità mi ritrovo un avviso di garanzia». Così esordisce l’intervista di Alberto Di Lorenzo a Il Mattino. Sulla clausola al centro dell’inchiesta (quella dei 20 punti in più per la società che avessero una determinata esperienza), l’ex dirigente comunale la ritiene «di assoluto buonsenso, finalizzata ad aver persone con una certa esperienza. Non è semplice montare mercatini come quelli di Salerno, con tutto ciò che ne deriva in termini di sicurezza e quant’altro». Per Di Lorenzo esisterebbe anche una norma che preveda quei requisiti.
Con i due rappresentanti della ditta piemontese vincitrice del bando l’ex dirigente del Comune di Salerno sostiene «Negli anni precedenti alla mia gestione, questa società montava le casette senza gara – dice a Il Mattino -. C’era una fantomatica sponsorizzazione: in cambio di montaggio e gestione delle casette, la società, se non ricordo male, corrispondeva una somma in favore del Comune che il Comune usava per pagare i fuochi d’artificio a fine anno». Una sponsorizzazione che non si potrebbe negoziare, sostiene il dirigente, con un soggetto privato. Sarebbe stato lui a ritenere necessaria una gara che fece quando arrivò, nel 2016, a dirigere le Attività produttive del Comune di Salerno scatenando le proteste della Buongiorno Italia.
«Il fatto che (Pietrofesa) venisse a informarsi per me non era un problema, anche perché lui come categoria non poteva partecipare al bando». Di Lorenzo ricorda che fu lui stesso a ritirare l’autorizzazione viste alcune inadempienze della società piemontese: «Mi minacciarono di denunciarmi per danni».
La procura, dal tenore dell’ipotesi di indagine, sembra non ritenere in sé illegittima la clausola, ma la decisione di inserirla sia nata non per assicurare il migliore concorrente ma per averla concordata tramite Pietrofesa con i due della Buongiorno Italia che vinse la gara grazie a quel punteggio.
FERRARA
Il socio della Buongiorno Italia ritiene assolutamente regolare la gara e si stupisce che per fatti relativi al 2016 l’avviso di conclusione delle indagini si arrivato cinque anni dopo. A Il Mattino Ferrara ha riferito di aver chiesto di essere ascoltato nel 2016, senza esserlo. Dice di non aver avuto rapporti privilegiati con Di Lorenzo e Loffredo, visto che erano loro a pagare al Comune. Su Pietrofesa Ferrara ha detto di sapere solo che fosse rappresentante degli ambulanti. Per Fiore ha detto che non faceva parte della Buongiorno Italia ma che a Salerno aveva solo compiti tecno pratici dei mercatini natalizi.
Nella foto di copertina, i mercatini chiusi il 28 dicembre 2016, dopo la decisione del Comune, nei pressi del teatro Verdi.