Nocera, Il mistero della mucca nella Solofrana, tra fake news e verità

Ecco cosa è realmente accaduto e l’amara situazione che emerge come sfondo in una vicenda singolare

Il ritrovamento di una “mucca” nel torrente Solofrana all’altezza della confluenza con la Cavaiola, a Nocera Inferiore, è diventata la notizia del giorno. Dotti articoli, riflessioni sulla morte del torrente, filippiche contro l’inquinamento, fantasiose ricostruzioni. Il tutto pur di riportare notizie prima degli altri. Una “mucca” in un torrente in pieno centro urbano è certamente fatto insolito ma sarebbe bastato attendere l’intervento dell’Asl Salerno, in particolare del servizio veterinario di cui è responsabile Giovanni Bruno, per comprendere come molte delle chiacchiere di queste ore non c’entravano assolutamente nulla.

Un merito va alle tante persone che hanno segnalato la presenza dell’animale nel corso d’acqua vicino al ponte di via Aurelio Bosco Lucarelli e che, senza poche difficoltà, hanno visto rimuovere la carcassa.

COSA È ACCADUTO
Recuperando dal torrente l’animale si è stabilito che si trattava di un vitello di sesso femminile di 40/50 giorni di vita. Era privo dei segni identificativi, quindi potrebbe essere un animale vagante, di quelli che si aggirano nelle montagne tra Solofra-Montoro e l’Agro nocerino, caduto nel corso d’acqua o appartenente a qualche piccola stalla che, riscontrato il decesso dell’animale, lo ha buttato nel torrente per evitare problemi o costi di smaltimento.

Quest’ultima è una pratica, purtroppo, diffusa con abbandono di animali anche in luoghi isolati. Il vitello è probabilmente entrato in contatto con l’acqua della Solofrana, tra sabato e domenica scorsi, ed è stato trascinato per chissà quanti chilometri fino alla confluenza con la Cavaiola.

Non è vero che quindi è stato gettato nei pressi del ponte di via Aurelio Bosco Lucarelli così come l’inquinamento non c’entra nulla nella morte dell’animale.
Recuperato il vitello è stato avviato a discarica non essendo riconducibile a nessun allevamento.

LA PREOCCUPAZIONE

Il ritrovamento in sé non è preoccupante per l’inquinamento ma per eventuali pratiche scorrette di alcuni allevatori. Sugli affluenti del Sarno si dicono spesso sciocchezze immani, a partire dal fiume che durante il lockdown era tornato pulito (solo perché non si vedevano schiume galleggiare!!!).

Purtroppo, per parlare di un torrente pulito occorre una bonifica lunga e specifica anche dei terreni circostanti, ma prima di tutto è indispensabile che:
– l’Agro nocerino sia dotato di una completa e performante rete fognaria;
– sia ridotto drasticamente l’uso dei pesticidi in agricoltura
– si metta mano a una lotta seria e continua contro gli inquinanti provenienti dalle industrie conciarie di Solofra e quelle che utilizzano vernici (questi ultimi inquinano tanto e in alcuni casi di più delle ditte che fanno concia) nella Valle dell’Irno e nell’Agro nocerino.

Se non si eseguono queste tre azioni, l’inquinamento del fiume Sarno e dei suoi affluenti non si ridurrà mai. Ne è prova la presenza rilevante di cromo nei pressi della Solofrana a Nocera Inferiore, che ha costretto il sindaco ad emettere una specifica ordinanza.

È indispensabile una mobilitazione generale, che finora non c’è stata, tranne quelle delle associazioni, anche se a chiedere interventi risolutori rimane quasi sempre un’esigua minoranza. Intanto i tumori aumentano, proprio quelli legati alla presenza di metalli pesanti.

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