Dopo 40 anni il comune avrà il piano urbanistico comunale. Il Tribunale amministrativo dà ragione alla decisione dell’amministrazione del sindaco Paola Lanzara
Il piano urbanistico comunale approvato dopo oltre 40 anni dall’amministrazione guidata da Paola Lanzara, supera indenne anche i ricorsi presentati all’indomani della sua approvazione per chiederne l’annullamento.
Dopo aver vinto i primi tre ricorsi per insussistenza delle richieste, a palazzo di città è arrivata la notifica della rinuncia ad un altro ricorso contro il Puc presentato dal consigliere di minoranza Antonino Coppola, particolarmente critico nei riguardi dello strumento urbanistico. Coppola lo scorso anno, insieme ad altri consiglieri comunali, aveva presentato ricorso al Tar di Salerno contro il Comune di Castel San Giorgio e contro la Provincia di Salerno per chiedere l’annullamento, previa adozione delle più idonee misure cautelari, della delibera di consiglio comunale n. 82 del 27 maggio 2020 con la quale fu approvato il piano urbanistico comunale di Castel San Giorgio con i relativi atti ed elaborati, in particolare il regolamento urbanistico, gli atti di programmazione degli interventi, il piano di zonizzazione acustica e i documenti costituenti la valutazione ambientale strategica.
Al tribunale amministrativo si chiedeva anche l’annullamento della delibera di giunta comunale n. 366 del 20 dicembre 2018 con la quale furono adottati la proposta di Puc ed i regolamenti, oltre all’annullamento del decreto del Presidente della Provincia del 17 febbraio 2020 con il quale il piano urbanistico comunale di Castel San Giorgio fu dichiarato coerente alle strategie a scala sovra comunale individuate dall’amministrazione provinciale in riferimento al piano territoriale di coordinamento provinciale. Il consigliere di minoranza Antonino Coppola, attraverso i suoi legali, ha comunicato al Tar di Salerno e all’amministrazione comunale di rinunciare al ricorso per ragioni personali.
«I ricorsi vinti e questa rinuncia testimoniano il buon lavoro fatto – ha affermato Paola Lanzara – abbiamo operato avendo come obiettivi il recupero del patrimonio esistente, il potenziamento degli edifici scolastici, i parcheggi, il verde e gli spazi ad uso pubblico per il gioco e lo sport, il tutto con un consumo di suolo ridotto al minimo.
Inoltre, abbiamo previsto che gli alloggi di edilizia residenziale sociale fossero pari al 30% del totale edificabile, percentualmente superiore a quella imposta dalla legge, in quanto questa amministrazione ha voluto favorire le fasce più deboli della cittadinanza, quali le giovani coppie o le famiglie con minori possibilità economiche».
Aggiornamento.
«Mi sono costituito nel ricorso contro il Puc assieme ad altri consiglieri comunali ma mi era al contempo costituito anche come privato cittadino, in quanto lo studio dove esercito la professione, era stato inserito in zona commerciale insieme ad altri 30 studi professionali per i quali era stata consentita la sola destinazione d’uso commerciale, quindi, tutto questo condominio direzionale si trova oggi ad essere delegittimato nella sua destinazione d’uso, benché il condominio stesso fosse stato autorizzato come direzionale.
Pensavo di fare una cosa buona e mi prefissavo di arrivare ad un aggiustamento del Puc – ha affermato il consigliere comunale Antonino Coppola -. La sindaca, invece, pensando di cogliere un’occasione politica, ha cominciato ad ipotizzare una mia decadenza dal consiglio comunale, ragion per cui mi sono visto costretto a rinunciare al ricorso. Questo non toglie nulla ai miei convincimenti che mi avevano portato a sottoscrivere il ricorso. La mia rinuncia al ricorso non comporta la decadenza dello stesso, in quanto gli altri sottoscrittori continueranno il loro iter».
Va ricordato che gli studi professionali in questione essendo stati realizzati prima del Puc non vengono messi fuori legge e possono continuare ad operare, solo che in futuro, in caso di vendita e adeguamenti varrà la destinazione di uso stabilita dal Puc.