Dopo 30 anni dai primi allarmi, sindaci ancora costretti ad emettere ordinanze per evitare l’uso dell’acqua a scopi agricoli e non solo. Il conto mai chiuso con alcune aziende
Sono trascorsi 30 anni dai primi allarmi su Il Mattino, La Cittanova e L’Agro, a firma di Salvatore De Napoli o di Gennaro Corvino, sulla presenza di inquinanti nell’Agro nocerino, considerata area a rischio per l’inquinamento da metalli pesanti provenienti dalle industrie conciarie di Solofra e dalle industrie che utilizzano vernici nell’area nord della provincia di Salerno e da diserbanti e insetticidi usati in agricoltura. Trent’anni e i comuni che sono nella media Valle del Sarno e verso la foce sono costretti ancora a fari conti con l’aumento di alcuni tumori legati agli inquinanti
LA SITUAZIONE TUMORI
Notevole nell’Agro nocerino è la presenza di metalli pesanti (come il cromo e il piombo, ad esempio), causa dell’alto numero di malattie alle fosse nasali, ai bronchi e ai polmoni in questa area della provincia, con un’incidenza non comune, purtroppo, anche di tumori.
Alto il numero anche dei tumori alla vescica nell’Agro, legati all’esposizione alle ammine aromatiche e nitrosamine (frequentemente utilizzate nell’industria tessile, dei coloranti, della gomma e del cuoio). Preoccupati anche i casi di linfomi di non Hodgkin registrati nell’Agro nocerino, favoriti dal massiccio l’utilizzo di sostanze chimiche come erbicidi e insetticidi in agricoltura.
SITUAZIONE NOTA
Eppure la presenza degli inquinanti erano noti. In un articolo di RTAlive a firma di Giuseppe Colamonaco, del 2017, si ricordava che: «In una ricerca fatta nel 2010 sul cavolfiore, da Rocco e Piero De Prisco del Cnr di Pozzuoli – Avellino, relativa alle falde acquifere, si è vista la presenza di minerali tossici: Arsenio, Cadmio e Piombo. Pericolosi per la salute umana. Inoltre in una popolazione scolastica dell’agro nocerino – sarnese sono state trovate tracce di mercurio oltre la norma nei capelli.
Un altro studio del 2012 evidenzia la presenza di metalli pesanti riguardo al fiume Sarno, causa di cancro al fegato: Assessment of the Environmental conditions of the Sarno river basin (South Italy), condotto da Stefano Albanese, Pietro Iavazzo, Paola Adamo, Annamaria Lima e Benedetto De Vivo. Sempre nel 2012 l’università di Salerno ha condotto una ricerca sui disturbi endocrini e la riproduzione in abitanti dell’area del Sarno detta “Pentagono della morte”, si tratta di malformazioni e l’aumento di queste in tale area: Environmental Pollution Effectson Reproductive Health – Clinical – Epidemiological Study in Southern Italy.
Oltre queste ricerche sulla salute umana del nostro comprensorio, esiste un monitoraggio sulle acque superficiali e di falda del bacino del Sarno del 2015 eseguito dalla Seconda Università di Napoli. Sono stati trovati composti citotossici presenti nel Comune di Nocera Inferiore presso Starza dei Corvi e Casarzano. Valori superiori ai limiti: toluene, dicloroetilene, diclorobenzene, benzochinone, bromo benzene…».
LA SITUAZIONE OGGI
La situazione in questi anni è rimasta tale e quale, forse con un lieve miglioramento dovuto alla chiusura o alla trasformazione di diverse aziende, ma non da invertire decisamente la rotta. Molte delle aziende che sono rimaste continuano ad inquinare e non si è mai proceduto ad una vera e propria bonifica del territori e degli stessi letti di torrenti e canali.
Per anni, i torrenti esondavano e al ritiro delle acque pochissimi sindaci provvedevano con ordinanze a far ripulire le aree interessate, sia pubbliche sia private. E poì, sui terreni inquinati si tornava a coltivare. Il problema centrale è l’incapacità e non volontà della politica di imporre una vera svolta rispettosa dell’ambiente a tutte le aziende del settore conciario e quelle che utilizzano vernici. Molte si sono messe al passo con i tempi, infatti, altre no.
LA SCELTA DI NOCERA
Riscontrata la presenza di cromo «a concentrazione potenzialmente superiore allo standard di qualità ambientale» scatta l’ordinanza del sindaco Manlio Torquato valevole per Nocera Inferiore: vietato «ad horas, in via prudenziale e fino a successivo provvedimento, il divieto assoluto delle pratiche agronomiche ed il pascolo delle superfici inquinate nell’area di rispetto fluviale” ricadente nel territorio nocerino».
Il divieto è valido per le aree comprese entro i 150 metri dagli argini spondali del torrente Solofrana. Stabilito anche il «divieto assoluto di attingimento delle acque, sia per scopo irriguo che per dissetare mandrie e greggi e per qualunque altro scopo». Il tratto interessato è quello del fiume Solofrana che attraversa il territorio comunale di Nocera Inferiore.
La decisione del primo cittadino nocerino, dopo la pubblicazione dei risultati dei prelievi effettuati dall’Arpac al ponte di via Aurelio Bosco Lucarelli. Il sindaco Torquato già aveva adottato una decisione simile il 18 dicembre 2019 ed il 14 agosto 2020, ma anche per il torrente Cavaiola e l’Alveo comune nocerino.