Riabilitazione e lavoro sottopagato, “4 Asl non rispettano la legge sulla trasparenza”

Il Presidente della Commissione Trasparenza della Regione Campania, Nunzio Carpentieri, ha già chiesto provvedimenti. Cosa può accadere

Le informazioni che le Asl non hanno fornito riguardano il dumping contrattuale nella riabilitazione. “L’unico vero punto in questa vicenda è il rispetto delle regole, che devono valere per tutti e devono essere tutelate dalle istituzioni. È semplice”. A dirlo è il Comitato Giustizia Contrattuale, che si batte contro il dumping dei contratti nella riabilitazione. Di semplice però sembra ci sia poco.

La vicenda è quella per cui mesi fa alle Asl è stato chiesto, ai sensi della legge sulla trasparenza, di far sapere quali siano i contratti applicati nei loro centri di riabilitazione, richiesta legata proprio alla questione del dumping contrattuale, ovvero all’esistenza di contratti che permettono ad alcuni centri di pagare i lavoratori fino al 50% in meno rispetto agli altri prendendo gli stessi soldi dal Servizio Sanitario Pubblico. Siccome questi dati, che sono dovuti, alcune ASL non li fornivano è intervenuto più volte il Presidente della Commissione Trasparenza Carpentieri. Ignorato pure lui, ha scritto al Governatore De Luca e al vicepresidente Bonavitacola chiedendo, per le ASL che non avevano assolto ai loro doveri di trasparenza, di “attivare, in conformità a quanto previsto dall’art. 2, comma 5, del già citato D.lgs n. 171/2016, i procedimenti sanzionatori previsti per il ‘caso di manifesta violazione di legge o regolamenti o del principio di buon andamento e di imparzialità’ ”.

Va ricordato  che la richiesta di questi dati era stata fatta alle ASL su indicazione del DG della Salute della Regione Postiglione, che aveva  ricordato come “alle Aziende sanitarie Locali  sono assegnati compiti di vigilanza sugli aspetti organizzativi delle strutture sanitarie, compresi quelli del personale utilizzato dalle strutture sanitarie”. Insomma, nessun dubbio, sono le ASL a dover fornire quei dati. E se non lo fanno? Violano la legge, anzi, più leggi, a partire da quella sulla trasparenza. Eppure quattro ASL (Na1, Na2, Na3 e BN) a distanza di mesi quei semplicissimi dati non li hanno forniti. Perché mai?

“Nessuno lo sa – rispondono al Comitato Giustizia Contrattuale – sappiamo però che devono farlo e che devono rispondere alla Commissione trasparenza della Regione”. Ma non hanno fatto neanche questo, e così arriviamo all’invito del Presidente della Commissione Trasparenza alla Giunta perché si prendano provvedimenti, appunto, secondo “quanto previsto dall’art. 2, comma 5, del già citato D.lgs n. 171/2016”. Ovvero? L’articolo 2 c. 5 recita: “La Regione… provvede… a risolvere il contratto, dichiarando l’immediata decadenza del direttore generale… in caso di manifesta violazione di legge o regolamenti o del principio di buon andamento e di imparzialità dell’amministrazione, nonché di violazioni degli obblighi in materia di trasparenza di cui al D.lgs 24/3/13, n. 33”.

È questo ciò a cui si può arrivare? “Dove si possa o si debba arrivare – rispondono al Comitato – spetta alle istituzioni deciderlo, certo però che è paradossale tutta questa buriana per delle banalissime informazioni dovute”. La parola quindi passa di nuovo al Presidente della Commissione Trasparenza, che pochi giorni fa sulla vicenda diceva “la legge sulla trasparenza è del 1990, mi chiedo come sia possibile che dopo trent’anni ancora non se ne siano assorbiti i principi fondamentali, che sono la base del rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini”. E ora? Sono in parecchi a chiederselo, aspettando la risposta proprio del Presidente della Commissione trasparenza Nunzio Carpentieri.

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