Decisi anche i ricorsi per i sette presidenti delle cooperative sociali coinvolti nelle indagini sul cosiddetto sistema Salerno. La decisione del tribunale del Riesame per tutti gli indagati
Al primo vaglio dell’indagine, regge l’impianto accusatorio della procura di Salerno nell’inchiesta sui rapporti tra politica, cooperative sociali e Comune, con ipotesi di turbativa nell’affidamento della manutenzione del verde pubblico a Salerno affidato alle coop. Affidamenti che emergono anche per un presunto rapporto di corruzione elettorale, vista la promessa di voti fatta all’assessore alle politiche sociali del Comune di Salerno Nino Savastano di appoggiarlo alle elezioni regionali del 2020 che lo hanno visto poi eletto.
Promessa fattagli da Fiorenzo Zoccola, detto Vittorio, considerato il ras delle cooperative sociali e che ha scelto una linea di collaborazione con la magistratura una volta finito in carcere, misura poi tramutata in arresti domiciliari dopo due interrogatori, uno quello di garanzia davanti al Gip e l’altro davanti ai pm che dirigono le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Salerno.
LE DECISIONI DEL DI RIESAME
I giudici del tribunale del Riesame di Salerno hanno respinto non solo il ricorso di Nino Savastano, che dunque resta agli arresti domiciliari, ma anche quelli dei sette presidenti delle cooperative sociali indagati (oltre Zoccola) che resteranno sottoposti all’obbligo di dimora fuori da Salerno.
L’unica misura affievolita è quella del dirigente comunale Luca Caselli che è stato liberato dagli arresti domiciliari e sottoposto alla sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o un servizio. Ieri, tutti gli indagati avevano rigettato con forza le ipotesi a loro carico. Seguiranno aggiornamenti.
![loading ads](https://www.rtalive.it/wp-content/plugins/slider-wd2/images/ajax_loader.png)