Tra i ricorrenti anche un cittadino di Roccapiemonte
Poste Italiane non avrebbe calcolato secondo il dovuto il valore esatto dei buoni fruttiferi sottoscritte negli anni Ottanta ed ancora validi o non in prescrizione. Sarebbe pronta una class action contro Poste Italiane per vedersi riconoscere l’esatto ammontare di milioni di buoni fruttiferi. Interessati potrebbero essere circa mezzo milione di Italiani, tra questi anche un risparmiatore di Roccapiemonte, che ha ritrovato un libretto con alcuni milioni di lire e voleva riscuotere il giusto valore. Il rocchese si è rivolto all’associazione Giustitalia per ottenere quanto gli spetta.
Secondo Giustitalia Poste italiane tratterrebbe circa la metà dell’importo totale da restituire al risparmiatore. Su di un buono postale del 1984 da un milione di vecchie lire, ad esempio, Poste Italiane a fronte di un valore di circa 18 mila euro, ne corrisponderebbe circa 9 mila, in pratica la metà. Di qui l’azione giudiziaria promossa dall’associazione Giustitalia.
Le avvocatesse Valentina Gori e Priscilla D’Eramo del Foro di Roma e l’Abogado Chiara Missori del Foro di Madrid discuteranno la causa il prossimo 13 dicembre presso il tribunale Roma. Per i Buoni postali è stata la sentenza n.1390/2020 del Tribunale di Bergamo ha sancito che la capitalizzazione degli interessi che maturano sui Bfp della “Serie Q” deve avvenire al lordo della ritenuta fiscale.
La capitalizzazione al netto della ritenuta fiscale, per ciascuno dei primi 20 anni di durata dei Buoni, sarebbe illegittima in quanto in tale caso verrebbe anticipato il momento impositivo previsto dalla normativa primaria. L’articolo 26 del Dpr 600 del 1973, prevede infatti l’applicazione della ritenuta in base al principio di “cassa” e non a quello della maturazione. E i Bfp a differenza dei BTp non distribuiscono cedole nel corso della loro durata.
Gli interessi maturano ogni bimestre e vengono incassati dal sottoscrittore solo quando si presenta all’ufficio postale per riscuotere il montante. Non è quindi equo anticipare l’applicazione dell’imposta, anche perché la ritenuta fiscale viene girata dalle Poste allo Stato solo quando il sottoscrittore presenta il Bfp all’incasso. Intanto alcuni dei risparmiatori hanno già fatto sapere, tramite i legali, che una percentuale delle somme ricavate dall’azione legale andrà in beneficenza per la distribuzione del vaccino Covid.