Tanti i messaggi arrivati alla famiglia o sui post di Facebook nel ventennale della morte del comandante della stazione dei carabinieri di Nocera Inferiore, originario di Salerno
A vent’anni dalla scomparsa, è citato ancora come esempio di uomo e di carabiniere. Il maresciallo Michele De Napoli ha prestato servizio solo a Nocera Inferiore per ben 32 anni, comandando prima la sezione di Pg e poi la stazione. Dalla mamma che chiedeva aiuto per il figlio tossicodipendente alla moglie che subiva violenze dal marito, dal commerciante sotto estorsione all’imprenditore che temeva per il sequestro dei figli, il cavaliere De Napoli era la persona riservata e di esperienza alla quale rivolgersi.
Arruolato nell’Arma nel 1959, nel 1968 a Nocera arrivò in una città dove si stava affermando la criminalità organizzata. Il sottufficiale era partito da Salerno nel 1959 per arruolarsi nell’Arma e aveva girato diverse regione italiane, ma era rimasto legato alla sua città e in particolare al quartiere Pastena e Olivieri, quest’ultimo abbandonato all’indomani dell’alluvione. Ma era molto legato anche a Nocera, dove aveva lavorato per la maggior parte della sua carriera. Dalla sua aveva l’esperienza maturata alla caccia del capo della mafia di Luciano Liggio, a Corleone con decine di arresti eseguiti per fare terra bruciata intorno al pericoloso latitante.
Poi l’affidamento del comando stazione di Pantelleria, al centro di un temuto e clamoroso braccio di ferro tra Italia e Tunisia. A Nocera Inferiore portò anche le prime esperienze di tecnica di polizia scientifica e soprattutto un metodo d’indagine messo a punto in anni di collaborazione con il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Grazie alle sue indagini, fu realizzata la prima mappa della criminalità camorristica nell’Agro nocerino, con nomi, collegamenti con il mondo imprenditoriale e politico. Era specializzato tra l’altro nelle indagini sulla pubblica amministrazione, nella repressione dell’abusivismo edilizio e ai danni dell’ambiente. Condusse anche diverse inchieste sul lavoro sfruttato nelle fabbriche ma anche sui reati ai danni degli ammalti degli ospedali psichiatrici.
Centinaia di carabinieri che hanno prestato servizio al suo comando, lo ricordano per l’alta professionalità e per la grande umanità. Il maresciallo De Napoli, raggiunti i limiti d’età, andò in pensione il 31 dicembre del 2000 e morì nove mesi dopo. Fu insignito di varie onorificenze, tra le quali quella di cavaliere della Repubblica e decorato con la medaglia d’oro Mauriziana, attribuita solo a chi aveva con onore ha retto per decenni comandi militari.
Alle 11 di questa mattina, nella chiesa di Santa Maria del Presepe a Nocera Inferiore, si terrà una messa in suffragio del maresciallo De Napoli nel ventesimo anniversario della scomparsa.
L.T.