La Ue vuole il caricabatterie universale, basta con i rifiuti elettronici

La Commissione europea chiede un caricabatterie universale per smartphone e altri dispositivi elettronici in nome dei diritti del consumatore e dell’ambiente

L’iniziativa è volta a tagliare i rifiuti elettronici e a tutelare i consumatori alle prese con sistemi di alimentazione differenti e ben presto obsoleti. Il commissario europeo al mercato interno, Thierry Breton: “No, non è del tutto contro l’innovazione. Inoltre non è contro nessuno. Come tutto quello che facciamo, lo faccio in quanto commissario e tutto quello che facciamo alla Commissione è semplicemente per i consumatori e per i consumatori europei. Non è contro nessuno”. “Solo questo processo, ci permetterà di risparmiare, tra virgolette, se posso dirlo, mille tonnellate di rifiuti elettronici al mese ogni anno”, ha aggiunto Breton.

La vice presidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager: “Abbiamo dato all’industria tutto il tempo per trovare le proprie soluzioni, ora i tempi sono maturi per un’azione legislativa per un caricabatterie comune”, “vittoria importante per gli europei e l’ambiente”.

Nel 2020 la risoluzione non legislativa degli eurodeputati a favore del caricatore universale passò con 582 voti a favore, 40 contrari e 37 astenuti. Con la nuova direttiva della Commissione europea, le porte USB-C diventeranno il formato standard per tutti i dispositivi interessati. I consumatori potranno in tal modo ricaricare i loro dispositivi con lo stesso caricabatteria USB-C, indipendentemente dal loro marchio.

Apple dovrebbe modificare il suo attuale sistema di cavo Lightning. “Rimaniamo preoccupati – si legge nella nota di Apple – del fatto che una regolamentazione severa che imponga un solo tipo di connettore soffochi l’innovazione anziché incoraggiarla, il che a sua volta danneggerà i consumatori in Europa e nel mondo”. La soluzione standardizzata e il fatto che gli smartphone non dovranno più essere venduti con il caricabatteria contribuiranno, secondo l’Esecutivo Ue, “la riduzione della produzione e dello smaltimento di nuovi caricabatterie ridurrà la quantità di rifiuti elettronici di quasi mille tonnellate all’anno” e contribuirà ad aiutare i consumatori a “risparmiare 250 milioni di euro all’anno su acquisti di caricabatterie non necessari”.

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