Inquinamento del Sarno, sequestrate quattro aziende a Pagani, Striano, Solofra e Torre Annunziata

Immissioni di acque reflue contaminate da metalli pesanti fino a 200 volte il valore massimo consentito. Non avevano autorizzazione neanche per l’immissione in atmosfera

Questa mattina, i carabinieri del comando gruppo per la Tutela Ambientale di Napoli ha eseguito tre decreti di sequestro preventivo, dei quali, uno emesso dal Gip di Avellino, un altro da quello di Nocera Inferiore e un terzo da quello di Torre Annunziata, su richiesta delle relative procure della repubblica; e di un quarto di urgenza. Quattro le aziende operanti nel settore della metallurgia pesante, conserviero e conciaria, ubicate a Solofra, Pagani, Torre Annunziata e Striano, i cui legali rappresentanti sono ritenuti responsabili dei reati di cui agli art. 137 (scarico abusivo di reflui industriali), 256 (Illecita attività di gestione di rifiuti) e 279 (emissioni in atmosfera senza autorizzazione) del Tesla Unico Ambientale, e, in un caso anche del più grave reato di cui all’art. 452 bis (inquinamento ambientale) del codice ambientale.

LE AZIENDE SEQUESTRATE
s.r.l. EUROGALVANICA, con sede operativa in Torre Annunziata, operante nel settore della zincatura dei metalli, con 5 dipendenti, per aver effettuato lo scarico delle acque reflue industriali in pubblica fognatura e di conseguenza in corpo idrico in assenza di autorizzazione e per aver esercitato l’attività in assenza dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera. I reflui del processo di lavorazione industriale, nonché i rifiuti liquidi utilizzati dalla lavorazione, convogliati dirittamente nel canale Bottaro e di qui nel fiume Sarno, erano altamente contaminati (valori circa 200 volte superiori ai limiti di legge) da metalli pesanti (ferro, zinco, azoto ammoniacale e cloruri), sostanze bio – accumulabili, altamente tossiche per gli organismi viventi, con l’aggravante di aver commesso l’illecita attività stante il sequestro in atto di una parte dell’impianto.

s.r.I. T.GS., con sede operativa in Striano, operante nel settore della zincatura dei metalli, con 8 dipendenti, per aver effettuato lo scarico delle acque reflue industriali in pubblica fognatura e di conseguenza in corpo idrico in assenza di autorizzazione e per aver esercitato l’attività in assenza dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera. I reflui del processo di lavorazione industriale e quelli di dilavamento dei piazzali confluivano direttamente nel Rio Foce e quindi nel fiume Sarno, in assenza di autorizzazione e che la ditta non era in possesso delle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera.

s.r.I. COMMERCIALE EXPORT, con sede operativa in Pagani, operante nel settore delta produzione e commercializzazione di conserve alimentari, con 15 dipendenti (che arrivano a 80 con gli stagionali durante i periodi di massima produzione giugno/settembre), per aver effettuato lo scarico delle acque reflue industriali in assenza di autorizzazione e per aver esercitato l’attività in assenza dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera. I reflui del processo industriale confluivano in pubblica fognatura e di qui nel prospiciente corso d’acque e quindi nel fiume Sarno, in assenza di autorizzazione e la ditta non era in possesso dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera.

s.r.I. LASER FASHION, con sede operativa in Solofra, operante nel settore della lavorazione e concia del pellame, con 14 dipendenti, per aver effettuato lo scarico delle acque reflue industriali in pubblica fognatura e di conseguenza in corpo idrico in assenza di autorizzazione e per aver esercitato l’attività in assenza dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera. L’attività produttiva era esercitata con titolo autorizzativo allo scarico e alle emissioni in atmosfera scaduti da almeno 3 anni e pertanto inefficace.

LE INDAGINI
Il sequestro preventivo delle aziende, secondo quanto ritenuto dai Giudici delle Indagini Preliminari di Avellino, Nocera Inferiore e Torre Annunziata sulla base delle indagini le indagini, espletate dai Carabinieri del NOE di Salerno e Napoli, che si sono avvalsi della collaborazione tecnica dell’Arpac, e coordinate dalle procure della repubblica di Avellino, Nocera Inferiore e Torre Annunziata, si   reso necessario al fine di evitare la compromissione ulteriore dell’ambiente circostante e del fiume Sarno.

loading ads