La maggior parte è riciclabile di ciò che si trova sui fondali è riciclabile
Il 78% dei rifiuti trovati a mare del golfo di Salerno è di plastica e la maggior parte è riciclabile. Questo uno dei dati importanti che emergono dal progetto di ricerca “Marin litter” che ha messo insieme Confcoperative, Università di Salerno, Ministeri per le politiche agricole e forestali, cooperative del settore pesca (Federcopesca), “Città della Luna” cooperativa sociale, Associazione operatori di pace, i comuni di Lacedonia e Cetara, Salerno Ecologi impresa sociali, Ecodrin e Vera ecologia, un partenariato tra pubblico e privato per dimostrare che è possibile ripulire il mare, facendo diventare i rifiuti una risorsa e migliorando sensibilmente l’ambiente.
L’attività è iniziata a marzo scorso e proseguirà nei prossimi mesi. L’area della costa del Salernitano è stata divisa in quadranti per una ricerca approfondita dei rifiuti sui fondali, la loro tipizzazione e mappatura, e il controllo delle acque. La cooperativa di pescatori “Sant’Andrea Apostolo e Santa Maria Maddalena” con sede principale ad Amalfi e una cinquantina di associati che operano sul litorale davanti a Salerno e la Costiera hanno collaborato alla ricerca utilizzando una sonda particolare messa a disposizione dal laboratorio di ingegneria ambientale dell’Università di Salerno. Sono stati mappati i siti dove si sono raccolti i rifiuti e i primi risultati sono stati presentati domenica scorsa a Cetara con una manifestazione pubblica.
Le zone. Trenta le aree in cui è stato suddiviso il litorale da Salerno a Positano e altrettante dal capoluogo al golfo di Policastro. Nelle prima 30 aree sono stati “ripescati” 600 chili di rifiuti, nel corso delle consuete attività di pesca da maggio a luglio 2021. Dalla differenziazione di questo campione è emerso che il 48,6% era composto da plastica recuperabile, il 7.04% materiali in ferro e alluminio, mentre in legno era il 7,80% (tronchi e pannelli) e il 7,13% in vetro (bottiglie e frammenti). Solo il 29,16% era plastica non recuperabile. In totale oltre il 70% di quello che è stato ripescato dal mare poteva tornare a nuova vita. La maggior parte della plastica recuperabile era costituita da bottiglie e tappi, Pet e buste.
Altro dato fondamentale è la localizzazione dei siti e la qualità delle acque. La prima è la presenza diffusa dei rifiuti sulla costa salernitana anche se concentrata in alcune aree a seconda della conformazione dei fondali e dalla vicinanza delle foci dei fiumi e torrenti. La qualità delle acque marine, invece, diventa peggiore all’altezza di Salerno città e via via andando verso Positano migliora.
«Quello che abbiamo realizzato è un progetto pilota che avrà a breve anche un secondo step nell’area a sud di Salerno ma che già oggi dimostra la necessità e la possibilità di migliore le condizioni del mare attraverso una sistematica operazione di recupero dei rifiuti depositati sui fondali – ha affermato Salvatore Scafuri, presidente di Confcoperative Salerno -. Un modo non solo per ripulire il mare, compromessi in alcuni casi dallo scorretto smaltimento di quello che gli uomini producono ma anche una possibilità di recupero di materie prime riutilizzabili. In più, si crea un’attiva collaterale per i pescatori rispetto ad un settore che è già di suo in forte crisi». Scafuti ha aggiunto: «I pescatori conoscono bene le aree in cui operare e hanno un interesse specifico a tenere pulito il mare e a salvaguardarlo, consentendo di garantire la pesca. Chi opera in mare chiede a tutte le istituzioni di stabilizzare le misure che incentiva questo tipo di iniziativa anche in virtù del Pnrr».
Con l’operazione Marin Litter sono stati coinvolti anche i migranti minori non accompagnati del Sai di Lacedonia arrivati dal mare e che con lo stesso avevano un rapporto difficile. «Con la parte del progetto chiamato “Ricuciamoci” – ha sottolineato Scafuri – i rifiuti sono stati trasformati addirittura in abiti e in accessori moda dai giovani del laboratorio sartoriale-sociale al Sai, per dimostrare ancora una volta che ogni uomo e ogni oggetto non è un peso ma una risorsa».