Traffico internazionale di droga al porto di Salerno: nascosta in macchinari e bobine di carta

Due titolari di società nei guai, scattate le misure restrittive. Stupefacenti provenienti dalla Siria e diretti in Medio Oriente. Coinvolto un agente doganale, una società svizzera, ed aziende  compiacenti.

In due nei guai per traffico internazionale di stupefacenti. Si tratta di Amato Alberto Eros titolare di una società di servizi elvetica e Giuliantonio Apicella spedizioniere doganale e titolare della Apicella e figli. Rispettivamente di Grammichele (Catania) e Salerno. Entrambi raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Salerno su richiesta della Procura salernitana. Ad eseguire l’ordinanza le fiamme gialle dei comandi provinciali di Salerno e Napoli.

Le indagini hanno consentito di sequestrare 17 tonnellate di stupefacenti, nascoste in 4 containers commerciali, provenienti dalla Siria con scalo al porto di Salerno e dirette in Medio Oriente. Gico-Goa dei nuclei di polizia economico finanziaria di Salerno e Napoli hanno raccolto elementi probatori a carico dei due indagati. Sono state riscontrate una serie di attività illecite volte ad organizzare il transito ed il successivo trasferimento, attraverso lo scalo marittimo di Salerno, di consistenti carichi di sostanze stupefacenti nascosti in macchinari di movimento terra e bobine di carta industriale. I finanzieri hanno eseguito intercettazioni telefoniche ed ambientali, oltre a mirati accertamenti bancari.

È stato scoperto, infatti, un sistema di pagamento estero su estero dalla società di trasporto svizzera allo spedizioniere doganale. Inoltre, l’organizzazione messa in piedi, prevedeva l’eliminazione di tutta la documentazione commerciale, per evitare le ispezioni doganali, essendo la Siria un Paese in black list (connesso al trasporto di armi, droga ed altro). Il carico giunto a Salerno era oggetto, da parte dell’agente doganale, di nuove polizze di carico della spedizione, mentre l’imprenditore svizzero provvedeva ad una nuova fatturazione utilizzando società compiacenti e nella sua disponibilità.

In sostanza, il meccanismo utilizzato era il tramacco, cioè il trasbordo (trasferimento) di carico merci da un mezzo di trasporto ad un altro, nel caso in questione, da un container ad un altro. In tal modo venivano eliminate le tracce della provenienza siriana, ed il carico risultava in partenza da Salerno e poteva essere rispedito in sicurezza anche nei Paesi arabi. L’imprenditore elvetico è stato tradotto al carcere di Rebibbia, mentre lo spedizioniere salernitano è stato posto in restrizione presso il proprio domicilio di Baronissi.
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