Diminuiscono i cacciatori in Campania, Enalcaccia: no all’ambientalismo da salotto

Sempre meno cacciatori in Campania. La diminuzione che si registra ormai da anni, mentre aumenta l’invasione di cinghiali, di numerosi uccelli opportunisti e aumentano i danni all’agricoltura

QUANTI CACCIATORI IN MENO IN PROVINCIA DI SALERNO
La Regione Campania, in uno studio, ha evidenziato che gli iscritti all’attività venatoria che nel 2011-2012, ben 51.184 in tutta la Campania, mentre quella dello scorso anno erano 40.204, un calo del 20% in 10 anni. Nel 2011, in provincia di Salerno in totale c’erano 15.612 iscrizioni, di cui solo 260 da fuori regione. Il maggior crollo nella zona che fa dalla Piana del Sele a Sapri, dove le iscrizioni in un decennio si sono praticamente dimezzate. Nell’Agro nocerino, nella Valle dell’Irno, nella Costa d’Amalfi, nel capoluogo, nei Picentini e parte della piana del Sele fino proprio al fiume, la zona Salerno 1, i cacciatori erano 7.107, oggi sono 6.690. Nella Salerno 2, dal fiume Sele ai confini meridionali della provincia, i cacciatori passati da 8.145 a 4.039.

NELLE ALTRE PROVINCE CAMPANE
In provincia di Avellino si è passati da 10.824 iscrizioni venatorie a 9.443, Benevento da 9.821 a 6.658, Caserta da 11.938 a 9.854 e Napoli da 2.989 a 3.416, l’unica provincia a registrare un lieve aumento.

L’INIZIO DELLA STAGIONE DI CACCIA IN CAMPANIA NEL 2021
L’inizio della caccia dipende dal tipo di animale da cacciare, non è consentita tutti i giorni ma per periodi specifici. Ad esempio le quaglie sono cacciabili dal 19 settembre al 29 novembre prossimo, le tortore sempre dal 19 settembre ma fino al 17 ottobre, il merlo fino al 30 dicembre, il fagiano fino al 31 gennaio 2022, la ghiandaia, la gazza e la cornacchia. Stesso periodo ma il termine ultimo è il 20 gennaio per la pavoncella o il 31 gennaio per altre specie. I cinghiali potranno essere cacciati complessivamente per 34 giornate ((i giovedì, sabato e domenica), di queste 14 di ottobre, 11 di novembre e nove a dicembre. Altre limitazioni sono previste in diversi territori, per tipologie di caccia relative agli stessi animali. Ci sono varie prescrizioni anche per le battute di caccia al cinghiale. Ad esempio, non è permesso ai cacciatori iscritti nelle squadre per questo tipo di caccia, cacciare altri animali stesse giornate delle battute autorizzate per i cinghiali.

LA VOCE DEI CACCIATORI
Al quotidiano La Città, il professor Dino Torre, presidente di Enalcaccia Salerno, uno dei maggiori esperti mondiali del settore, ha definito che le limitazioni alla caccia in Campania definendole dannose per la loro attività e per lo stesso ambiente: «Basti pensare che in Francia, la caccia è partita fin dallo scorso sette agosto e non ci sono tutte le limitazioni che esistono in Italia e in particolar modo in Campania». Torre aggiunge: «Purtroppo siamo ostaggio di un ambientalismo da salotto che di ambiente capisce poco o nulla. Basterebbe solo comprendere che il primo interesse dei cacciatori è proteggere la fauna ed evitare squilibri nelle specie. Con le limitazioni imposte dal mondo ambientalista non proteggiamo il mondo animale, i danni in agricoltura sono notevoli, i cinghiali e altri volatili come corvi, gazze e gabbiani la fanno da padrone anche in ambiente urbano».

I cacciatori, sottolinea il presidente di Enalcaccia Salerno «sono diminuiti notevolmente. Basti pensare che nella sola provincia di Napoli, nel 1992 erano oltre 50mila, oggi in tutta la Campania siamo sui 40mila. E poi l’istituzione dei parchi, la riduzione delle giornate venatorie, le altre limitazioni stano distruggendo il mondo venatorio». Il professor Torre fa un esempio: «Nell’area Salerno 1, da Scafati al fiume Sele, ci sono tanti cacciatori che non hanno più territorio dove andare a sparare e nell’area sud è quasi tutto parco, nelle aree contigue è consentito cacciare solo ai residenti». Risultato di questa politica, per il presidente di Enalcaccia ha portato alla diminuzione di alcune specie, divorate dai rapaci o dai gabbiani. Danni all’agricoltura e agli altri animali (perfino per la presenza di lupi) e in generale all’ambiente, come accade per l’emergenza cinghiali.

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