Ospedale di Scafati, dopo 10 anni il futuro è ancora un rebus

Sit-in pacifico di protesta degli attivisti di “Scafati Arancione” davanti allo Scarlato

“Purtroppo la situazione è sempre uguale e non cambia mai. Oggi abbiamo fatto un flash mob fuori l’ospedale dopo l’ennesima ingiustizia subita nei confronti dei nostri cittadini: la chiusura del reparto malattie infettive e il trasferimento dei medici.

Un ospedale, quello di Scafati, che dovrebbe avere una giacenza di utenza di 300mila persone non può essere chiuso e non avere il pronto soccorso, è qualcosa di irreale. Ma, nonostante i cambiamenti delle amministrazioni, sia regionali che comunali, non vi è stato nessun miglioramento”. Dopo 10 anni, il gruppo di “Scafati Arancione” torna davanti all’ospedale “Scarlato” per denunciare l’immobilismo della classe politica sul futuro del presidio scafatese.

“Nel 2011 tanti furono i ragazzi che si legarono fuori l’ospedale per evitare la chiusura del pronto soccorso, tra cui Francesco Carotenuto. Nel 2014, intanto, qualche fenomeno, diceva che per arrivare all’ospedale di Nocera bastavano 7 minuti. Allora noi provammo a dimostrare il contrario attraverso una simulazione partendo da San Pietro. Il risultato? 27 minuti per arrivare all’ingresso dell’ospedale. Potete trovare il video sulla pagina Facebook di Scafati Arancione. Chi si trova in condizioni gravi non ci arriva proprio in ospedale.

L’anno scorso l’ospedale fu trasformato in un polo Covid, quello che poteva essere finalmente il potenziamento di questo ospedale è stato ormai bloccato la settimana scorsa con la chiusura del reparto malattie infettive e il trasferimento dei medici ha portato l’ennesimo depotenziamento dell’ospedale. Ci dicevano che abbiamo l’eccellenza, ma non basta: vogliamo il Pronto soccorso”.

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