Il procuratore capo di Salerno, Giuseppe Borrelli, traccia il quadro della situazione alla commissione bicamerale antimafia, dalla città alle aree provinciali
Davanti alla commissione parlamentare antimafia, ieri pomeriggio, il procuratore capo di Salerno, Giuseppe Borrelli, ha illustrato le evoluzioni nelle varie zone della criminalità organizzata in provincia di Salerno.
SALERNO
Il proto di Salerno, per il capo dei magistrati inquirenti, è in alcune zone «terra di nessuno dove chiunque può agire indisturbatamente». Un esempio è il ritrovamento di un borsone di 25 chili di cocaina nel motore refrigerante di un un container: «Alcuni extracomunitari erano entrati nel porto ed avevano smontato il motore, avevano preso il contenuto e lo stavano passando tra le sbarre della cancellata del porto». Una testimonianza di quante sia possibile entrare nel porto di Salerno.
L’AGRO NOCERINO
Borrelli ha sottolineato il legame tra i clan della zona di Castellammare di Stabia con quelli dell’Agro nocerino, dediti alle estorsioni, al traffico di stupefacenti E attività violente. Un legame che evita la guerra tra loro e fa combinare affare illeciti insieme. I legami tra malviventi dell’area nord è con il clan Cesarano di Castellammare di Stabia, con quello dei Fontanella di Santa Maria la Carità, con gli Annunziata-Aquino e i Batti di Boscotrecase. La criminalità dell’Agro si distingue per i contatti piuttosto stabili con il mondo dell’imprenditoria e con la pubblica amministrazione.
IL FENOMENO DEI DISSOCIATI
Nell’Agro, Pontecagnano e nella Piana del Sele, cominciano ad uscire dal carcere i dissociati, quei criminali che hanno ammesso le colpe proprie beneficiando di scontri di pena ed evitando l’ergastolo e hanno prestigio criminale perché non hanno collaborato con la giustizia. Uscendo provano a riformare gruppi criminali.
PIANA DEL SELE-CILENTO-VALLO DI DIANO
Molti esponenti ex Nco, la Nuovo camorra organizzata capeggiata da Raffaele Cutolo «hanno ormai completato quella che è una riconversione imprenditoriale». In pratica ora fanno affari leciti salvo qualche cointeressenza nel settore del traffico di stupefacenti, e svolgono prevalentemente attività di riciclaggio attraverso il reinvestimento in attività commerciali… anche nella gestione di sale giochi, nelle false fatture o con le frodi carosello. Attività lecite messe al servizio di gruppi del Napoletano, specie per ripulire il denaro sporco delle attività criminali di questi clan partenopei.
LA PARTICOLARITÀ DEL CILENTO
Nella zona tra Acciaroli, Santa Maria di Castellabate fino sostanzialmente a Capaccio ci sono esponenti della famiglia Fabbrocino che avrebbero assunto il monopolio del settore della distribuzione alimentare e sembra abbiano interessi anche nel settore delle aste fallimentari».