Ospedale Umberto I nella bufera anche politica. Capaldo chiede le dimissioni di D’Ambrosio e De Maio dai rispettivi incarichi
È sempre più scontro politico sulla situazione in cui versa l’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. Nei giorni scorsi, all’incontro con i sindaci Manlio Torquato di Nocera Inferiore e Giovanni Maria Cuofano di Nocera Superiore, all’Umberto I, il direttore sanitario non c’era, tant’è che i due primi cittadini si sono incontrati con un funzionario della direzione sanitaria. Nelle stesse ore o poco dopo, D’Ambrosio si sarebbe incontrato con il capogruppo del Pd in consiglio comunale in un noto bar di Nocera Inferiore, secondo alcuni alla presenza anche di un consigliere regionale.
A denunciare l’accaduto, il consigliere comunale Ilario: “Non è possibile che il direttore sanitario D’Ambrosio non si presenti all’incontro con i sindaci Torquato e Cuofano ma trova il tempo per incontrarsi in un bar di Nocera con il deluchiano Paolo De Maio. A che gioco stiamo giocando? Fanno la politica, mostrano i muscoli anche su una vicenda drammatica come la salute pubblica? Il problema del personale dell’Umberto I è solo una conseguenza di una questione più seria, il Dea di 2°livello. Il nostro ospedale ha un bacino di utenza enorme che comprende tutta la valle del Sarno e non solo. L’ospedale nocerino insieme al suo indotto rappresenta la prima azienda del territorio per numero di occupati.
Meritiamo una azienda ospedaliera autonoma da Salerno, questo significherebbe impegnare risorse regionali, risorse che oggi vanno tutte a Salerno a discapito di Nocera. Il Pd nocerino che fa? Ci si vede al bar. Entrambi sia D’Ambrosio che De Maio, in un paese serio, dovrebbero dimettersi non domani, ma oggi stesso, per il loro non senso civico, la salute pubblica è una cosa seria, la pandemia non ha insegnato nulla! Sto preparando una lettera dettagliata da inviare al ministro Speranza ed al sottosegretario Sileri. La sanità non può essere politicizzata, in un momento come questo occorre serietà e rispetto istituzionale. La nostra terra, la salute non si tocca!”.