Il Comitato Giustizia Contrattuale sulla vertenza Silba: “Sbagliato attaccare chi è in difficoltà perché applica il contratto più favorevole ai lavoratori”
“La vertenza Silba dimostra ancora una volta quanto sia insostenibile il sistema delle tariffe nel settore della riabilitazione accreditata e come si ritorca anche contro i lavoratori. Ma invece di guardare la luna si guarda il dito che la indica”. Così il Comitato Giustizia Contrattuale (che riunisce i centri di riabilitazione che applicano il contratto AIOP) commenta la vertenza che riguarda il gruppo Silba di Cava de’ Tirreni.
I lavoratori di questo centro stanno protestando duramente per il ritardo nel pagamento degli stipendi di giugno e per quella che ritengono sia una carenza di personale, i segretari provinciali CGIL, CISL e UIL hanno anche scritto al Governatore e alla ASL chiedendo ispezioni presso la struttura. “Silba – spiega D’Addino, portavoce del Comitato – è uno dei centri in Campania, sono solo 50 su 140, che adotta il contratto AIOP, ovvero il contratto di riferimento del settore che riconosce stipendi e condizioni di lavoro nettamente migliori. Per capirci, gli altri contratti prevedono fino a 8.800 euro in meno l’anno e 200 ore di lavoro in più prendendo dalla Regione gli stessi soldi. Si chiama dumping contrattuale”.
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“È ovvio – prosegue – che gli stipendi vanno pagati per tempo, ma è altrettanto ovvio che con disparità così enormi chi applica il contratto più vantaggioso per i lavoratori può trovarsi in difficoltà. Sarebbe facile per il gruppo Silba pagare gli stipendi adottando un contratto che penalizza i lavoratori fino al 40 per cento.
È questo che vorrebbero i dipendenti del centro Silba? Non credo”. “Con i sindacati regionali – spiega D’Addino – stiamo facendo una battaglia contro il dumping contrattuale con scioperi, manifestazioni, proposte concrete. Purtroppo, detto senza polemica, non abbiamo visto mobilitarsi con noi i segretari provinciali che ora sferrano l’attacco al gruppo Silba. Sbagliano bersaglio. L’attacco dovrebbero sferrarlo a chi mortifica i lavoratori con contratti che qualcuno ha definito schiavisti”.
“Ci tengo a precisare – aggiunge D’Addino – che il gruppo Silba non aderisce al nostro Comitato, quindi la nostra non è una difesa d’ufficio. Ma tutti devono sapere, anche i lavoratori di Silba, che se non verrà sconfitto il dumping contrattuale ci troveremo con tutti i centri che magari pagheranno gli stipendi per tempo, ma saranno stipendi che valgono il 40% in meno. Scongiurare questo dramma è un obiettivo che deve unire i lavoratori, i centri virtuosi e le istituzioni”.