In carcere Mario Adiletta e la moglie, oltre al responsabile di una cooperativa di trasporto a Bologna. 50 milioni di euro di beni sequestrai, tra i quali centinaia di veicoli, uno yacht, auto di lusso, villa con piscina ed un impianto di recupero rifiuti a Nocera Inferiore. Beni intestati ad un prestanome incensurato
È stata arrestata dalla Guardia di Finanza di Bologna una coppia di Nocera Inferiore con interessi economici e finanziari in diverse province italiane, compreso l’Agro nocerino. A finire nei guai Mario Adiletta e la moglie che, insieme ad un’altra persona arrestata e ad altri 13 indagati, sono indagati per associazione per delinquere finalizzato al trasferimento di valori, all’autoriciclaggio, alla sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, alla bancarotta fraudolenta e alla bancarotta semplice.
L’INDAGINE
Le fiamme gialle di Bologna hanno eseguito oltre l’applicazione di una ordinanza di misure cautelari emessa dal gip del Tribunale di Bologna, un sequestro preventivo di 11 società e beni per un valore di oltre 50 milioni di euro, tra questi auto di lusso e uno yacht di 16 metri. Sotto la lente di ingrandimento dei magistrati diverse operazioni finanziarie e societarie, tra cui un fittizio trasferimento della sede legale dalla Provincia di Salerno a quella di Bologna di una coop operante nel settore trasporto merci, con debiti erariali di oltre 25 milioni di euro. Il tutto avvenuto poco prima del fallimento. Quasi due anni di indagini per venire a capo di un sistema finanziario articolato in connessione con la criminalità organizzata campana e calabrese. Gli inquirenti per le indagini hanno dovuto utilizzare complesse tecniche, tra le quali, l’installazione da remoto di trojan nel cellulare di uno degli indagati.
L’OPERZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA
L’operazione denominata “Speed” ha evidenziato un legame della società fallita con altre imprese, amministrate da soggetti arrestati, che per l’accusa, avrebbero indebitamente beneficiato di crediti di imposta creati ad arte attraverso fatturazioni di gruppo scevre di giustificazioni economiche. Il sistema prevedeva il cambio di denominazione della società, il trasferimento di questa in una nuova sede, la cessione di quote societarie e l’affidamento delle cariche amministrative, con liquidazione destinata a soggetti compiacenti. Quindi, secondo le forze dell’ordine, è dimostrata una vera e propria associazione a delinquere, con finalità finanziarie destinate a operazioni fraudolente e danni all’erario. Emersi dalle indagini, dicono i finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Bologna, chiari collegamenti con un gruppo imprenditoriale salernitano operante nel settore trasporti, della logistica e dello smaltimento dei rifiuti, connesso alla malavita criminale campana e calabrese.
I SEQUESTRI
Nel mirino, come detto, 11 società con quote del valore di oltre 25 milioni di euro. Tali assett comprendono 90 beni immobili (nelle province di Salerno, Napoli, Bari, L’Aquila e Reggio Calabria), 634 veicoli (tra cui una Ferrari F430 e una Porche Macan) e uno yacht di 16 metri. Infine, il gip ha disposto un sequestro con confisca diretta di somme sui conto correnti delle società coinvolte pari a 19 milioni di euro, di una villa con piscina del valore di 500 mila euro e di un impianto di recupero rifiuti a Nocera Inferiore. Beni, la cui titolarità, è stata attribuita dai due coniugi finiti in manette, in modo fittizio, ad un prestanome incensurato.
Rd