Acqua pubblica. Roccapiemonte pensa alla gestione in house, Pagani vota per la ripubblicizzazione

Aumenti tariffe Gori, cittadini, comitati e politici locali in rivolta. Roccapiemonte pensa di creare una società di gestione del servizio idrico in proprio, Pagani vota per un servizio pubblico

Hanno innescato molte polemiche gli aumenti tariffari, per i prossimi tre anni, del servizio idrico integrato dell’Ato 3. In rivolta, cittadini, comitati, politici locali e Comuni. Intanto, proprio alcuni Comuni dell’Agro nocerino – sarnese, stanno avviando iniziative per la ripubblicizzazione del servizio idrico, tra questi: Roccapiemonte e Pagani. Recentemente, in un incontro sull’acqua pubblica tenutosi a Sarno in occasione dei 10 anni dal referendum, il sindaco rocchese Carmine Pagano, in una intervista rilasciata ad RTAlive, ha espresso una idea alternativa all’attuale gestione.

“Dobbiamo capire, e far capire ai sindaci, in che modo ritornare alla gestione pubblica. Io avevo pensato anche, consultandomi con la segretaria comunale, di creare una società in house per la gestione nostra, autonoma dell’acqua. Ovviamente senza alcuna spesa, un po’ come quella di Napoli”. L’iniziativa del primo cittadino di Roccapiemonte è ancora in embrione, ma potrebbe essere sposata anche da altri Comuni dell’Agro. In sintesi, si tratterebbe di costituire una sorta di Abc napoletana nel compresorio nocerino. In merito alla ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, pochi giorni fa, il consiglio comunale di Pagani, ha approvato all’unanimità una mozione presentata dal consigliere di opposizione Vincenzo Calce.

In questa è evidenziato che “l’acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato e, di conseguenza, la proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntate a criteri di equità, solidarietà e rispetto degli equilibri ecologici”. Il parlamentino paganese, con il deliberato consiliare, ha impegnato l’amministrazione comunale a sviluppare nei confronti del Governo e della Regione un’azione tesa a riformare il sistema di gestione idrico, superando il modello attuale che prevede l’affidamento al soggetto giuridico privato. Inoltre, la stessa amministrazione dovrà attivarsi presso la Gori per fare in modo che i costi attuali dell’acqua tengano conto del criterio di accessibilità per tutti.

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“L’acqua è un bene pubblico e va difeso” ha ribadito il consigliere Calce. Sul piede di guerra anche i comitati civici e moltissimi cittadini che, sugli aumenti tariffari previsti, si parla di oltre il 30%, dissentono fortemente. Attualmente, visto l’andamento e le decisioni prese dal gestore del servizio idrico integrato, la proposta del sindaco Pagano di una gestione pubblica dell’acqua con una società in house modello Abc, sembra essere una possibile alternativa. Bisognerà capire quanti Comuni vorranno aderirvi e quali passaggi burocratici adempiere.
gc

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