Salerno, raggirano il benefattore fino ad estorcergli denaro, arrestati

Nei guai giovane salernitano e ed uno vietrese

Un anziano impegnato in un’associazione di volontariato ha conosciuto il 26enne Vincenzo Casaburi di Salerno. Il giovane aveva problemi e lo ha aiutato ma dall’aiuto si è finiti alle estorsioni.
Eseguite questa mattina dalla Squadra Mobile di Salerno, due ordinanze cautelari degli arresti domiciliari a causa di due giovani già noti alla giustizia, Vincenzo Casaburi, 26 anni di Salerno, e il 37enne Romano Santoro di Vietri sul Mare, ritenuti entrambi gravemente indiziati di estorsione in danno di una anziana persona residente nel capoluogo salernitano.

Lo sviluppo dell’attività di indagine, condotta dalla Sezione Reati contro il Patrimonio e la pubblica amministrazione della Squadra Mobile, coordinata dalla Procura di Salerno, ha consentito, in breve tempo, di risalire all’identità dei due giovani pi quali, approfittando della fragilità di un anziano vedovo pensionato, attraverso esplicite minacce, riuscivano ad estorcergli favori e somme di danaro sempre più consistenti.

L’anziana vittima nel corso della sua attività di volontariato in favore dei meno abbienti, faceva la conoscenza di Casaburi, con il quale stringeva un forte rapporto di amicizia tanto da elargire in suo favore piccole somme di denaro, nel tempo divenute di maggiore consistenza, sino a contribuire al pagamento delle competenze di un istituto di istruzione privato per il conseguimento di un diploma di un importo di 4/5000 euro.

Nei primi mesi del 2020 il Casaburi rappresentava al suo benefattore di aver urgente bisogno della somma di 5.000 euro per la risoluzione di una vicenda giudiziaria personale e la vittima, non avendo tale disponibilità, avallava la scelta del Casaburi di richiedere il prestito a due persone di Salerno facendogli da garante e consegnando nelle mani del Casaburi circa 100 grammi di oggetti in oro e due diamanti, per poi versare una serie di rate mensili che andavano fino a 1.500,00 euro sino all’estinzione del debito, ricevendo minacce, intimidazioni e pressioni psicologiche qualora non avesse saldato il debito nei tempi dovuti.

Gli agenti della Squadra Mobile si inserivano nei contatti tra gli estorsori e la vittima acquisendo una considerevole mole di riscontri ed elementi di prova nei confronti dei soggetti destinatari della misura cautelare anche attraverso l’ausilio di attività tecniche di intercettazione.

loading ads