“Riorganizzazione dei percorsi emergenza al Ruggi, troppi limiti”

Nel mirino della Cisl finisce il presidio di emergenza più grande della provincia di Salerno

«Da oltre tre mesi vanno avanti le verifiche sul benessere organizzativo all’interno della struttura di emergenza dello stabilimento Ruggi e spiace aver dovuto constatare che oltre ai forti rallentamenti sui percorsi, le stesse verifiche attraverso la somministrazione di un test per constatare lo stato di malessere in cui versano i lavoratori del servizio presenta falle dovute ad una chiara volontà di non voler conoscere la verità sull’operato dell’attuale direzione del servizio e sullo stato in cui gli addetti sono costretti ad operare.

Abbiamo inoltrato una ulteriore nota per costringere ad attenzionare il problema e a breve ci faremo promotori di un contro-test valutativo per far conoscere immediatamente lo stato di malessere organizzativo in cui la struttura versa». Questa la critica della Cisl all’organizzazione del Ruggi, il più grande ospedale della provincia di Salerno e azienda ospedaliera autonoma nell’ambito dell’Università di Salerno. A scrivere la nota i delegati Rsu Cisl Fp e i Segretari aziendali degli stabilimenti della AOU di Salerno Raffaele Iannone, Gaetano Biondino, Gaetano Tortora, Vito Pumpo, Bonaventura Di Pietro, Antonio Guariglia, Giovanni Lopez, Pino Panzuto e Giuseppe De Chiara che focalizzano l’attenzione anche sul Pronto soccorso: «In riferimento all’oggetto corre l’obbligo alla scrivente stigmatizzare che l’aumentata complessità dell’ambiente di riferimento (cfr. PS Stabilimento Ruggi) ha indotto la nostra azienda a introdurre innovazioni strutturali e gestionali al fine di migliorare in efficienza e qualità che nel contempo hanno manifestato limiti sostanziali ed oggetti, ridotti a semplice verifica dello stato attuale sul benessere organizzativo, nel mentre sollecitazioni ed eventi avrebbero necessitato di un immediato intervento. Lo stesso test somministrato e le modalità applicative mostrano una estrema superficialità, per la qualcosa sarà cura della scrivente somministrare un test specifico, in completo anonimato e senza sollecitazioni esterne per dare completa visione dello stato dell’arte in cui versa la struttura, ingresso obbligato per quanti hanno necessità di cura immediate e continue».

COSA BISOGNAVA FARE PER LA CISL
«Eppure – scrivono ancora dichiarano i delegati Rsu Cisl Fp e i Segretari aziendali degli stabilimenti della AOU di Salerno Raffaele Iannone, Gaetano Biondino, Gaetano Tortora, Vito Pumpo, Bonaventura Di Pietro, Antonio Guariglia, Giovanni Lopez, Pino Panzuto e Giuseppe De Chiara – sarebbe bastata una semplice analisi ovvero una breve ricognizione delle modalità di gestione di un servizio che per la sua complessità non può essere abbandonato alle esternalizzazioni estemporanee. Infatti sarebbe bastato appurare, poiché della formazione è responsabile il singolo operatore, se mai lo staff dirigenziale della struttura abbia giocato un ruolo cruciale nel verificare le competenze, promuovere e pianificare la formazione permanente e la gestione diretta delle attività formative.

Purtroppo a tal proposito si rileva che sono i dirigenti responsabili, tra cui un ruolo preponderante spetta all’incaricato di organizzazione, nell’identificare i bisogni formativi del suo team di lavoro, in quanto è colui che maggiormente dovrebbe conosce il lavoro del gruppo infermieristico che coordina, dovrebbe collaborare con l’ufficio formazione e la direzione infermieristica per definire gli obiettivi educativi da raggiungere, coinvolgendo tra l’altro il gruppo alla condivisione dei PDTA dall’Azienda (Percorso Diagnostico Terapeutico). Tutto ciò è tanto più importante in considerazione della neo assunzione di un numero cospicuo di operatori sanitari, coinvolti in processi su cui ruotano gli interventi trasversali delle diverse professionalità e specificità cliniche.

A tal fine sarebbe bastato porgersi solo la domanda se e qualora il personale sanitario del pronto soccorso del Ruggi sia stato formato e sia stato coinvolto nella condivisione dei vari percorsi clinici assistenziali (cfr. Stroke – Esa – Politrauma etc.) per avere contezza del lavoro svolto dal management e trarne le dovute conclusioni. Ma purtroppo allo stato questo salto di qualità è impensabile e duole dover condividere che codesta azienda non trae ancora esempio di quanto in altre aziende è da oltre un ventennio prassi quotidiana».

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