Il Curevac Made in Europe efficace solo sul 47% dei casi: non rispetta i parametri Oms
Doveva essere la svolta, l’arma per far raggiungere l’indipendenza nei vaccini e invece per il Curevac, almeno per ora, è un flop senza pari. La notizia è arrivata ieri dall’azienda tedesca che sperimentava il vaccino anti-Covid a mRna: efficace solo nel 47% dei casi, quindi non soddisfa i criteri statistici di successo richiesti dall’Organizzazione mondiale della Sanità, previsti al di sopra del 50%.
IL PERCHÉ DEL FLOP
L’azienda di Tubinga ha giustificato la scarsa efficacia del suo vaccino con la mutazione del Covid: “Noi in realtà combattiamo un altro virus”, ha detto in teleconferenza l’ad Franz Werner Haas. “L’analisi finale dei dati avverrà tra due-tre settimane sulla base di oltre 200 infezioni. I dati divulgati finora riguardano gli studi su 134 casi”. Lo stesso Haas aveva affermato: “Avevamo sperato in risultati più solidi nell’analisi, ma abbiamo scoperto che e’ difficile ottenere un’elevata efficacia con questa gamma di varianti senza precedenti”.
PESSIMA NOTIZIA PER L’ITALIA E L’EUROPA
L’Italia aveva opzionato 30,285 milioni di dosi di Curevac, l’Ue c 405 milioni di fiale. Il vaccino era atteso in Italia per la fine dell’estate, come aveva annunciato il coordinatore della task force vaccini Ema, Marco Cavaleri.
LE REAZIONI
La Commissione europea ha fatto sapere che sta monitorando il dossier, mentre il vice direttore dell’Ema Noel Wathion ha dichiarato che il vaccino Curevac è all’esame in Rolling review e i dati diffusi dal laboratorio tedesco “saranno esaminati. Solo allora l’Agenzia sarà nelle condizioni di esprimere la sua valutazione”. Alla Borsa di Francoforte, il titolo del gruppo farmaceutico tedesco ha ceduto il 44% a 45,8 euro. “Se funziona solo al 47% contro le varianti, e sappiamo che il virus genera nuove varianti a ogni mutazione, vuol dire che già in partenza non è un vaccino interessante”, ha commentato Massimo Ciccozzi, epidemiologo molecolare e direttore dell’Unità epidemiologica all’Università Campus Biomedico. Per Roberto Cauda, Direttore dell’Unità operativa complessa di malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, il fallimento “del vaccino Curevac non è davvero una buona notizia. E’ un vaccino a mRna diverso da quelli esistenti, di una fase relativamente avanzata di sperimentazione, ma in presenza di varianti VOC (Variant Of Concern), quelle da valutare con attenzione, ha dimostrato bassa efficacia. Ma la buona notizia è che il laboratorio proseguirà lo studio”.
NON È UN DRAMMA
Un risultato negativo durante la sperimentazione di un vaccino in così poco tempo è normale, ricorda Sergio Abrignani, immunologo dell’università Statale di Milano e componente del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza coronavirus: “E’ normale che su tre vaccini a mRna uno abbia un problema. Non è un dramma. Vedremo di cosa si tratta. Ci possono esser almeno 5-6 motivi per cui i vaccini non funzionano in fase 3. Vedremo se è dovuto alla formulazione, al dosaggio o a dati di fase 1 sovrastimati. L’azienda probabilmente lo sa già. Io ho lavorato per 20 anni nel campo dei vaccini e posso dire che è normalissimo che qualcuno caschi in fase 3, o abbia intoppi in fase 1 come Sanofi. Meno male che il primo vaccino che abbiamo avuto ha funzionato benissimo. Altrimenti immagino la depressione che avremmo provato in quel contesto se ci fossero stati problemi. Oggi è diverso. I vaccini li abbiamo”.
COSA ACCADRÀ
Ora Curevac potrebbe “correggere il tiro e arrivare al traguardo, ma bisogna capire quale è il problema. Tutto è riparabile, dipende da quanto tempo ci si mette”, afferma Abrignani. “Uno dei problemi a cui è stato attribuito il risultato sotto le attese di Curevac è la presenza di varianti ma la risposta è che Novavax ha funzionato al 60-70% anche contro la variante sudafricana che è fra le più problematiche. E anche Pfizer contro l’indiana in Gb sembra abbia un’efficacia del 79-80%. Su Curevac aspettiamo i dati definitivi. Ma ricordiamo che non è un dramma, abbiamo abbastanza vaccini e ne arriveranno altri come appunto Novavax e Sanofi. Quelli che abbiamo ora sono fantastici e stanno aumentando la capacità produttiva”.