“Con il ridimensionamento della rete scolastica, moltissimi istituti privi di figure determinanti. Negata l’autonomia in molte scuole in Italia, in Campania e al Sud, in territori con elevata percentuale di dispersione scolastica”
Gent.le Ministro Patrizio Bianchi, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
In considerazione delle modifiche introdotte dall’ultima legge finanziaria, Le invio questa lettera, da cui potrà evincere i nodi esiziali e la “ratio” della richiesta di autorizzare la soglia di autonomia delle istituzioni scolastiche statali, ridotta a 500 e a 300 alunni nelle piccole isole, nei comuni montani o nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche. Tale norma, prevista per una sola annualità dal comma 978 art. 1 n. 178 della L. 30 dicembre 2020, di fatto è resa sterile dalla mancanza di finanziamenti per almeno un triennio.
La necessità di autorizzare la spesa/finanziamento anche per gli anni scolastici a seguire il 2021 (2022/2023 e 2023/2024), concederebbe una vera autonomia scolastica a moltissime istituzioni, consentendo l’assegnazione di un dirigente scolastico e di un direttore dei servizi generali amministrativi a circa 450 scuole su tutto il territorio nazionale; oggi queste scuole sono date in reggenza a Dirigenti Scolastici di istituti con sedi, a volte in aree vicine, a volte in aree molto distanti dalla loro scuola di titolarità. Giova ricordare che l’art. 19, commi 5 e 5 bis d.l. 6 luglio 2011 n. 98 (poi convertito in legge il 15 luglio 2011, n. 111), aveva determinato detta soglia in 600 e 400 alunni, ordinando che nelle scuole sotto-dimensionate non si potessero nominare o assegnare incarichi a tempo indeterminato né di un D.S. né, in via esclusiva, di un D.S.G.A.
I criteri per le individuazioni delle I.S.A., secondo quanto previsto dal comma 5 ter della suindicata legge, per l’assegnazione di un D.S. e di un D.S.G.A., dovrebbero essere definiti di concerto con il Ministro dell’Istruzione e con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, attraverso un accordo in sede di Conferenza unificata. In assenza di tale accordo si sarebbero dovute applicare le soglie indicate dai commi 5 e 5 bis. Durante lo scorso anno 2020 (D.M. 14 maggio 2020) l’intesa non è stata raggiunta, pertanto non è stato possibile procedere all’adozione del previsto decreto interministeriale. Le Regioni hanno seguito autonomamente il loro iter di dimensionamento della rete scolastica o, in alcune casi (si veda quello campano), non si è proceduto, lasciando moltissime scuole prive di figure determinanti, quali i D.S. e i D.S.G.A., indispensabili per il buon andamento delle scuole.
A nostro parere, questa è una situazione paradossale con una ricaduta negativa per l’immagine e la reputazione sociale di molte scuole, prive, ormai da anni, di una guida continua e costante focalizzata sulle problematiche territoriali. L’autonomia in Campania, conseguentemente, viene proprio negata in un territorio con un’alta percentuale di dispersione scolastica, sintomo di evidente disagio sociale, ove, sarà bene considerarlo, la scuola resta ancora l’unico resistente baluardo dello Stato. La pandemia, infine, ha ulteriormente cronicizzato una condizione di incertezza ed esasperazione!
Disoccupazione, carenze strutturali, mancata manutenzione e adeguamenti ad un’edilizia scolastica oramai datata, deficit infra-tecnologico, assistenze sociali e sanitarie sotto la soglia Lep, tutto ciò rende, in sostanza, questo scenario composito e complesso. Questa difficile articolazione potrebbe trovare una naturale soluzione, potendo contare anche su una rete di scuole ben curate ed amministrate. Non solo la Campania, ma anche altre regioni italiane lamentano la stessa condizione. Se la pandemia non avesse colpito l’Europa e il mondo intero, l’opinione pubblica, europea e italiana, si sarebbe mai resa conto dell’esistenza del divario tra le diverse regioni del Paese?
Lei Ministro Bianchi, sempre pronto ad ascoltare i problemi delle Scuole italiane, ha contezza della situazione imperante nella maggior parte delle Regioni del Sud? Il ritorno ad un clima di dialogo tra sindacati ed istituzione sino ad ora ha sortito effetti insufficienti: non conta la volontà d’ascolto, ma quella di azione concreta su aspetti organizzativi e gestionali che riguardano la vacillante stabilità della rete scolastica italiana e in particolare quella di tutta l’area Sud. Se questa parte del Paese non dovesse ripartire, finirebbe per diventare la zavorra dell’intera società e sistema economico italiano, invece si auspica una rapida ripresa.
Domani il Miur attraverso informativa ai sindacati scioglierà il “quantum” del numero delle sedi disponibili per l’assegnazione di dirigenti scolastici, DSGA attraverso nuove nomine, percentuale di personale in mobilità regionale ed extra regionale, rientro in regione di dirigenti con sentenze, tutto personale altamente qualificato pronto a raccogliere la sfida per il bene futuro del Paese. Ma come si colmeranno anni di abbandono e di restrizioni economiche, tagli verticali al sistema scolastico operati sin dal 2012?
La modifica della soglia di autonomia introdotta dall’ultima legge finanziaria, risulta, così come articolata, un inutile sforzo del legislatore di andare incontro alle comunità scolastiche poiché la norma non è idonea e non apporta alcun beneficio, anzi ingenera effetti irragionevoli riducendo “a zero” nuove immissioni in ruolo ed irrisorie operazioni di mobilità.
Infine, sicuramente la mancanza di attuazione dell’art. 1, comma 978 e 979 della L. 30 dic. 2020 n. 178, ultima finanziaria, renderà ancor più difficile la gestione di un incredibile numero di scuole affidate in reggenza e, nello stesso tempo, visto l’inarrestabile decremento delle nascite in Italia e considerato il continuo accantonamento di sedi, un gran numero di D.S. si troverà nella condizione di “soprannumerario”. Basterebbe estendere ancora per due annualità, oltre a quella prevista nello scorso dicembre per il 2021, per recuperare una situazione difficile, per normalizzare e razionalizzare in modo coerente la rete delle scuole in Campania ed altrove in Italia. Sarebbe, inoltre, indispensabile e giusto non dimenticare che, da molto tempo, vi sono docenti vincitori di concorso a dirigente scolastico, inseriti in graduatoria di merito a seguito di sentenza del Consiglio di Stato (concorso 2011) ed idonei (concorsi a dirigente scolastico 2017) che attendono di essere assegnati e nominati nella loro funzione dirigenziale.
La ringrazio per quanto potrà fare per la Scuola italiana, in particolare per la Scuola campana, per i nostri studenti, per la ns. comunità educante, per le famiglie, per i professionisti che attendono fiduciosi di poter contribuire alla crescita tanto agognata del ns sistema Paese.