Il settore vede la Campania come seconda regione in Italia. L’attività parlamentare a sostegno del mondo del wedding a supporto del Governo per favorire la riapertura
Ben 22.000 addetti in Campania, il 15% di cerimonie di stranieri in Italia è in Campania, un mondo il cui indotto è enorme, tutto fermo dall’inizio della pandemia. Ora, il 17 maggio si discuterà della ripartenza, un evento importante anche se i problemi maggiori sono gli abusivi, la sovrapposizione di date, la difficoltà di programmazione visti i tempi stretti- Questa è la fotografia del mondo delle cerimonie, in particolare dei matrimoni, in Campania. In generale l’Italia è una delle mete più ambite per chi intende sposarsi o celebrare qualsiasi altra cerimonia. Il 25% degli stranieri sceglie la Toscana, il 15% la Campania e il 14% la Lombardia, tre regioni che fanno la parte del leone in Italia. I casali toscani, il lago di Como, la penisola Sorrentina, la Costa d’Amalfi e Capri sono opzionate dal 55% degli stranieri che scegli sposarsi in Italia.
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Ora pronti a ripartire. «È una notizia che aspettavamo da tempo – commentano le deputate del MoVimento 5 Stelle Virginia Villani e Teresa Manzo -. Le imprese del settore aspettano di poter programmare le riaperture e per farlo hanno bisogno subito di tempi certi. Non c’è più tempo da perdere, ci aspettiamo che lunedì il Governo e il Comitato tecnico-scientifico comunichino la data di ripartenza del comparto e tutti i dettagli del protocollo per le riaperture. Continueremo a lavorare insieme agli altri deputati del MoVimento 5 Stelle del ‘Tavolo wedding’ Maria Soave Alemanno, Alessandro Amitrano, Marianna Iorio, Elisabetta Barbuto, Rosalba Cimino, Sabrina De Carlo, Carmela Grippa, Riccardo Olgiati e Lucia Scanu. Queste attività hanno tutte le possibilità di ripartire in sicurezza e non è giusto che mentre altri hanno avuto l’opportunità di riaprire, loro siano ancora fermi al palo. Ci aspettiamo risposte celeri e chiare!».
IL PROBLEMA ABUSIVISMO
Si riparte, tante cerimonie da fare, date che si accavallano, disponibilità ridotte da parte degli operatori rispetto alla domanda e quindi si profila ancor più grave il problema dell’abusivismo. Abusivi che operano in diversi settori, ma che colpiscono in modo particolare quello dei fotografi. Da qui l’appello della Cna.