Pagani/San Marzano, arrestati i due autori del tentato omicidio di Carmine Amoruso

La ricostruzione dell’accaduto con il tentato assassinio che sarebbe stato commesso da ‘o Minorenne e da Francese

Gli agenti della polizia di Stato hanno notificato oggi due ordinanze emesse dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Salerno, a carico del 60enne Rosario Giugliano e Nicola Francese, già destinatari del fermo di indiziato di delitto del 18 aprile scorso emesso dalla Direzione distrettuale antimafia. In carcere sono finiti Rosario Giugliano, detto ‘o minorenne, sessantenne di Poggiomarino ma di fatto abitante a Pagani, e il 31enne paganese Nicola Francese, indagati per i delitti di tentato omicidio pluriaggravato da premeditazione e dal metodo mafioso e di detenzione illegale di armi comuni da sparo. I due sono accusati di essere gli autori materiali dell’agguato commesso il 13 aprile scorso a San Marzano sul Sarno contro Carmine Amoruso, ferito con l’esplosione di 14 colpi di pistola.

Amoruso, anch’egli nativo di Poggiomarino, secondo quanto ricostruito dalla polizia, da pochi mesi era spontaneamente uscito dal programma di protezione accordatogli come collaboratore di giustizia ritornando sul territorio stabilendosi a San Marzano Sul Sarno. Giugliano era stato già condannato con sentenza irrevocabile per numerosi omicidi ed estorsioni, partecipazione alla associazione mafiosa di tipo camorrista risulta avere accumulato condanne per 227 anni, 7 mesi, 28 giorni di reclusione totali, ridotte a 30 anni.

“La ricostruzione del tentato omicidio si fonda, in special modo, su conversazioni tra presenti intercettate in un locale mansardato a Pagani che Giugliano si era procurato adibendolo a base operativa ove pianificava le attività criminose”, scrive la polizia in una nota. “L’eliminazione” di Amoruso “era stata pianificata” da Giugliano “per assicurarsi il predominio del controllo criminale di quella porzione territoriale dell’Agro nocerino-sarnese e rimuovere un ostacolo agli interessi economici suoi e della sua organizzazione criminale”. Oggi, le due ordinanze di custodia cautelare in carcere, sono state notificate dagli agenti della squadra mobile della questura di Salerno nei confronti di Giugliano e Francese, già in carcere dopo il provvedimento di fermo del 19 aprile scorso.

L’APPROFONDIMENTO
Per ‘o minorenne uccidere Il 38enne Carminuccio ‘o pentito, come gli attentatori chiamano Amoruso, in ricordo della sua collaborazione con la giustizia, sarebbe diventato un chiodo fisso, perché si stava allargando troppo a San Marzano, Sarno e Scafati e nei comuni limitrofi, dove il gruppo di Giugliano, alleato con il gruppo di Paganesi e Scafatesi, avrebbe avuto la sua zona di predominio. La base operativa era una tranquilla mansarda in una traversa di via De Gasperi a Pagani, dove si tenevano anche le riunioni, già da marzo. Dalla sua parte da tempo ‘o minorenne ha proprio quella alleanza con il gruppo di Paganesi mutuato con la frequentazione di Pagani per il suo rapporto sentimentale con la compagna Teresa Caputo e al figlio di questa, Alfonso Manzella, il neomelodico cantante noto come “Zuccherino”. Proprio grazie a questi ultimi due Giugliano aveva mantenuto il suo peso criminale. Amoruso viene pedinato per giorni tra fine marzo e inizio aprile, intercettandolo nel bar o alle poste di San Marzano. Gli attentatori studiano comportamenti e frequentazioni. Giugliano, in ogni modo, vuole stringere i tempi e liberarsi di “Carminuccio” ma senza riuscirci, perché “‘o pentito” non dormiva a casa sua. Uno studio malizioso anche sul dove fare l’agguato a San Marzano Sul Sarno (bar o incroci stradali).

Il 13 aprile scorso è il giorno dell’agguato. Giugliano e Francese sono intercettati dalla polizia: i due concordano anche di indossare parrucche e si danno appuntamento nei pressi del cimitero di San Marzano Sul Sarno. Intorno alle 15.30, Giugliano e Francese a bordo di una Fiat Panda e, all’altezza del cimitero marzanese, superano la Ford Puma guidata da Carmine Amoruso e con affianco il fratello e il cugino. La Panda supera la Ford, Giugliano e Francese scendono e si avvicinano alla Puma e sparano almeno 14 colpi d’arma da fuoco di grosso calibro da due armi diverse, gran parte dei quali colpiscono la Ford, sul parabrezza lato guida, sul cofano motore e nel radiatore. Amoruso ferma la sua auto e ingrana la retromarcia per fuggire. colpi-di-pistola-agritalia-RTAliveTutti si allontanano, l’attentato è fallito. Carminuccio ‘o pentito è colpito al braccio e si dirige verso l’ospedale di Sarno ma in via Papa Giovanni XXIII la Puma si ferma a causa dei colpi di pistola che hanno raggiunto il motore. Gli occupanti bloccano un Fiat Doblò che casualmente si trovava a passare di lì, lo prendono e arrivano all’ospedale di Sarno.

I carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore arrivano al Martiri di Villa Malta. La vittima conferma ai militari quanto avvenuto, sostenendo di non essere in grado di riconoscere gli attentatori, ma di aver visto dei capelli biondi fuoriuscire dal cappello e dalla mascherina di uno degli assalitori, come se fossero di una parrucca. Intanto, Giugliano si lamenta del mancato raggiungimento dell’obiettivo, per le armi, perché una aveva scarrellato. Con un interlocutore parla della necessità portare con sé in questi casi un secondo caricatore. Per fortuna, dicono a telefono i due, che ci sarebbe stato “Nicola”, Francese, che aveva qualche altra «botta» (colpo di pistola da sparare). In pratica, gli attentatori hanno rischiato di rimanere vittima di un’eventuale reazione del loro bersaglio.

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