Ok ai vaccini ai ragazzi 12-15 anni. Necessaria per tutti una terza dose

La decisione dell’Aifa per i più giovani. I tempi per vaccinari i ragazzi. Il perché di una terza inoculazione. Il Tar dà ragione all’Agenzia italiana del farmaco che sbloccò Astrazeneca

La Commissione tecnico scientifica (Cts) di Aifa, l’Agenzia italia per il farmaco, ha approvato l’estensione di indicazione di utilizzo del vaccino Comirnaty (BioNTech/Pfizer) per la fascia di età tra i 12 e i 15 anni, accogliendo pienamente il parere espresso dall’Agenzia europea dei medicinali (Ema). Secondo la Cts, infatti, i dati disponibili dimostrano l’efficacia e la sicurezza del vaccino anche per i soggetti compresi in questa fascia di età.

I PEDIATRI
“Possiamo arrivare a vaccinare con la prima dose gli adolescenti fino ai 16 anni in due mesi. Per questo l’obiettivo di una ripartenza in sicurezza delle scuole è realistico”. Questa la dichiarazione rilasciata all’Ansa da Paolo Biasci, presidente della Federazione italiana medici pediatri. La Fimp ha calcolato che in media ogni pediatra di libera scelta ha in carico circa 200 ragazzi e ragazze tra i 12 e 16 anni. “Con ogni fiala si possono fare sei dosi, sono 30 somministrazioni a settimana con una fiala al giorno”, calcola il presidente della Fimp.

LA TERZA DOSE
È sicuramente il virus più studiato al mondo e con ha disponibilità economica per la ricerca inimmaginabile. Ma il comportamento del Sars Cov 2 è ancora uno sconosciuto. Al momento non si neanche quando dureranno gli anticorpi. Poi ci sono le varianti. Da qui la proposta di una terza dose, una seconda nel caso dei guariti da Covid, come ha ipotizzato ieri lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza. Non si può dire se poi sarà necessario un vaccino annuale (come per l’antinfluenzale). “Credo che sulla terza dose abbia ragione Anthony Fauci: se i dati dimostreranno una riduzione della protezione anticorpale, allora un’altra dose è giusta”, ha affermato Luca Pani, ex Direttore generale dell’Aifa. Massimo Ciccozzi, epidemiologo all’università Campus Biomedico di Roma ha dichiarato: “Si andrà verso una terza dose di rinforzo per le varianti”.

NOVITA’ ASTRAZENECA
Il Tar Lazio dà ragione l’Aifa per il via libera ad Astrazeneca, adottato con la decisione del 19 marzo scorso. Il tribunale amministrativa, infatti, non ha annullato la nota con la quale l’Aifa il 19 marzo scorso ha disposto la revoca del divieto di utilizzo del vaccino anti-Covid AstraZeneca. A ricorrere contro la decisione dell’Agenzia italiana del farmaco era stata una donna che riteneva il vaccino “pericoloso e produrrebbe gravi danni per la salute umana”.

Il Tar del Lazio con una sentenza ha dichiarato inammissibile il ricorso ritenendo che la ricorrente non ha subito alcun pregiudizio concreto dalla decisione dell’Aifa in quanto “risulterebbe sufficiente, onde evitare i paventati pericoli per la propria salute, non presentarsi alla seconda dose.

Ciò nella assorbente considerazione per cui la somministrazione del vaccino è facoltativa e non obbligatoria”; né alcun vantaggio potenziale potrebbe ricavarne dall’annullamento della nota contestata, “e ciò dal momento che lo stesso risultato (evitare pericoli per la propria salute dalla somministrazione) si potrebbe ottenere sempre attraverso la mancata presentazione, per la seconda dose, presso le competenti sedi sanitarie”. In una diversa e complementare prospettiva, per il Tar “dall’eventuale accoglimento del ricorso non solo la ricorrente non ricaverebbe alcuna utilità specifica ma, anzi, un danno irreparabile si produrrebbe per quella (di sicuro non irrilevante) fetta della popolazione che invece, anche per ‘dovere civico’ e senso del bene comune, intende ancora sottoporsi alla vaccinazione (ivi ricompresa la sostanza di cui in questa sede si discute) onde efficacemente combattere la pandemia in atto”.

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