Avviata un’indagine sui coaguli ma si tratti di episodi minimi, visti che son state somministrate milioni di dosi. Il parere di Burioni
Gli Usa raccomandano una pausa per il vaccino monodose Johnson & Johnson contro il Covid-19 per indagare su segnalazioni di coaguli. In una dichiarazione congiunta, il Cdc (Centers for Disease Control and Prevention) e la Fda (Food and Drug Administration) riferiscono che indagano sui casi di trombi sviluppatisi in sei donne nei giorni successivi alla vaccinazione, in combinazione con valori bassi di piastrine. Si tratta in tutti i casi di donne tra i 18 e i 48 anni. Una di loro è morta e una seconda è ricoverata in condizioni critiche. Negli Stati Uniti sono state somministrate oltre 6,8 milioni di dosi del vaccino J&J. I canali di distribuzione federali Usa sospenderanno l’uso delle dosi di J&J ed è atteso che Stati e altri fornitori facciano lo stesso.
La commissione consultiva del Cdc per le pratiche di immunizzazione si riunirĂ domani, mercoledì, per discutere di questi casi; e anche la Fda ha lanciato un’indagine sui casi stessi. “FinchĂ© il processo non verrĂ completato, raccomandiamo una pausa nell’uso di questo vaccino per abbondanza di prudenza”, affermano nella dichiarazione congiunta la dottoressa Anne Schuchat, vice direttrice principale del Cdc, e il dottor Peter Marks, direttore del Center for Biologics Evaluation della Fda. L’Ema giĂ la settimana scorsa aveva aperto un’indagine conoscitiva.
IL PARERE DI BURIONI
“Il vaccino Johnson & Johnson è simile a quello AstraZeneca, e simili purtroppo potrebbero essere anche gli effetti collaterali”. Lo scrive su twitter Roberto Burioni, virologo dell’universitĂ Vita-Salute San Raffaele di Milano, dopo lo stop dalla Fda al vaccino Janssen contro Covid-19 negli Usa in seguito a sei casi di trombosi rare (su circa 7 milioni di somministrazioni negli Usa) riscontrati in donne che avevano ricevuto l’immunizzazione. “Indispensabile – sottolinea Burioni – una sorveglianza accurata e un’attenzione particolare alla comunicazione”.
LA SCHEDA SUL VACCINO JOHNSON & JOHNSON
Simile ad astrazenevca ma monodose, al momento l’unico a non prevedere una doppia somministrazione. Non ha limiti di etĂ per l’inoculazione, basta essere maggiorenni. Il vaccino J&J utilizza un vettore virale: un frammento di Dna corrispondente alla proteina Spike, la chiave con cui il virus Sars-CoV-2 entra nelle cellule, viene inserito in un virus innocuo per l’uomo e opportunamente modificato. Il virus infetta le cellule umane e il DNA viene così letto e tradotto in proteina. Quest’ultima è l’antigene contro cui poi monta la risposta immunitaria. Dai trial clinici condotti, che hanno coinvolto all’incirca 44mila persone, l’efficacia del vaccino Johnson & Johnson è risultata pari a circa il 66%. Ma contro la variante sudafricana la percentuale di efficacia scende, intorno al 57%. Tuttavia, si stima che il vaccino possa prevenire le forme gravi di Covid fino al 77 per cento dopo 14 giorni dalla somministrazione e almeno all’85% dopo 28 giorni. La Johnson & Johnson dovrebbe fornire all’Unione Europea 200 milioni di dosi entro la fine del 2021 e all’Italia ne spetta una quota proporzionale alla sua popolazione. Dopo la prima tranche da 184 mila dosi, sbarcate oggi a Pratica di Mare, secondo l’ultimo aggiornamento del piano vaccinale arriveranno nel nostro Paese nel secondo trimestre 7,3 milioni di dosi, cui seguiranno 15,9 milioni di dosi nel terzo trimestre e 3,3 milioni nel quarto, per un totale di 26,5 milioni di dosi entro il 2021. In totale, entro la fine di giugno l’azienda americana dovrebbe consegnare all’Ue 55 milioni di fiale, ma a causa di problemi nella catena di produzione non è escluso che ci possano essere dei ritardi, così come è successo negli Usa.