In un bar di Nocera Inferiore, la consegna di soldi per le fatture false sui petroli

Intercettato uno dei protagonisti principale dell’inchiesta PetrolMafie Spa prima di dare 15mila euro in un bar della periferia a un imprenditore nocerino. Molte le “teste di legno” dell’Agro nocerino a capo di società cartiere

Sarebbero 15.000 gli euro consegnati in un bar della periferia di Nocera Inferiore ad un imprenditore dei petroli dell’Agro nocerino. Si è trattato di una restituzione di parte dell’Iva pagata con una fattura. A pagare sarebbe stato Alberto Coppola uno dei personaggi centrali dell’inchiesta “Petrolmafie spa” e a ricever il denaro sarebbe stato un imprenditore, molto noto in provincia di Salerno ed operante nel settore dei petroli. L’episodio rientra nell’inchiesta delle Direzioni distrettuali antimafia di Roma, Napoli, Catanzaro e Reggio Calabria sulle frodi fiscali nei carburati, con le quali si realizzavano guadagni per un miliardo di euro, e si riciclavano soldi della camorra, clan Moccia di Afragola e casalesi, e della ‘Ndrangheta.

Un’inchiesta che ruotava attorno ad Ana Bettz, nome d’arte della cantante e ballerina Anna Bettozzi, erede del petroliere romano Sergio Di Cesare, finita in carcere assieme alle altre due menti del raggiro, Antonio Moccia, esponente dell’omonimo clan, e il napoletano Alberto Coppola, suo cugino, imprenditore ed esperto del settore petroli. Consiglieri della Bettozzi sarebbero stati due consulenti salernitani, entrambi finiti ai domiciliari, il 40enne commercialista di Nocera Inferiore, Vittorio Del Bene, e il 39enne avvocato Ilario D’Apolito, originario di Vallo della Lucania.

L’episodio del petroliere dell’Agro nocerino è citato ma al momento, l’imprenditore non risulta indagato, pur dimostrando familiarità e rapporti da più tempi con Coppola. L’imprenditore dell’Agro più volte si lamenta a telefono dei controlli della guardia di finanza. La società laziale che aveva fornito sulla carta il carburante all’impresa petrolifera operante in provincia di Salerno, era inesistente, e ne sarebbe stata programmata la soppressione, non potendo Coppola più servirsene perché a rischio di controlli fiscali.

Nell’inchiesta della Dda romana sono indagati anche una decina di residenti nella provincia di Salerno, molti nell’Agro nocerino, a Salerno città e nell’area sud, teste di legno di società cartiere, produttrici di moli di fatture. Un giro di documentazione fiscale con transazioni reali o fittizie aventi quale parte la Maxpetroli della Bettozzi. Alberto Coppola sarebbe stato il dominus delle transazioni illecite, artefice dell’intero sistema che serviva alla Maxpetroli di occultare la sua reale natura di soggetto passivo di Iva. Sono nel 2017 sono state emesse fatture per operazioni soggettivamente inesistenti per oltre 70milioni di euro, con un’Iva pari a circa 15,5 milioni di euro.

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