Ecco come avvenne l’azione che è maturata nell’ambito della contrapposizione tra il gruppo di Giugliano e quello della vittima
La Squadra mobile di Salerno, diretta dal vicequestore Marcello Castello, e i carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore, al comando del tenente colonnello Rosario Di Gangi, hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso ieri dalla Direzione distrettuale antimafia di Salerno nei confronti di Rosario Giugliano, detto “o’ minorenne”, e di Nicola Francese, 31enne di Pagani, entrambi gravemente indiziati dei delitti di tentato omicidio pluriaggravato da premeditazione e dal metodo mafioso e di detenzione illegale di più armi comuni da sparo.
Le indagini coordinate dal pm Elena Guarino e dal procuratore Aggiunto Luca Masini dalla Dda di Salerno hanno permesso di far luce sull’agguato commesso lo scorso 13 aprile nei pressi del cimitero di San Marzano sul Sarno ai danni di Carmine Amoruso, in occasione del quale quest’ultimo è stato ferito a seguito dell’esplosione di 14 colpi di pistola. Giugliano e Francese a bordo di una Panda hanno bloccato la Fiat Puma condotta da Amoruso e su cui viaggiavano anche il fratello di questi e un loro conoscente.
Hanno esploso 14 colpi di pistola prima sul motore della Puma e poi verso il parabrezza. L’omicidio non è stato consumato a causa dell’inceppamento di una delle due pistole utilizzate e per la pronta reazione della vittima dell’agguato che, nonostante il ferimento, è riuscito a ingranare la retromarcia allontanandosi velocemente con l’auto a bordo della quale si trovava quando si sono avvicinati i killer.
Amoruso da pochi mesi era spontaneamente uscito dal programma di protezione accordatogli quale collaboratore di giustizia, ritornando sul territorio stabilendosi nell’Agro nocerino sarnese. La ricostruzione del tentato omicidio si fonda in particolare su conversazioni intercettate all’interno di un locale mansardato a Pagani che Giugliano si era procurato adibendolo a sua base operativa, dove pianificava le attività criminose.
L’eliminazione di Amoruso, secondo quanto ricostruito dalla Dda salernitana, era stata pianificata da Giugliano sia per assicurarsi il predominio del controllo criminale di quella porzione dell’Agro nocerino-sarnese dove lo stesso, dopo la scarcerazione, era deciso ad affermare la propria presenza criminale, sia perché Amoruso veniva ritenuto da Giugliano come ostacolo agli interessi economici suoi e della sua organizzazione criminale.
[leggianche]
![loading ads](https://www.rtalive.it/wp-content/plugins/slider-wd2/images/ajax_loader.png)